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DETENUTI ATTORI PER UN GIORNO Al nuovo penitenziario l’anno scolastico si chiude con il teatro

di Francesco Lo Duca

LA chiusura dell’anno scolastico, per gli allievi detenuti del Nuovo complesso penitenziario di Vibo Valentia, ha assunto un significato particolare, diverso dagli alunni di tutte le altre scuole che salutano festosamente l’arrivo delle tante aspirate vacanze estive per andare a mare o vagare in libertà senza il pensiero dei libri scolastici. Gli alunni detenuti vorrebbero invece che l’anno scolastico andasse avanti anche in estate, quando le giornate diventano ancora più soffocanti da trascorrere nelle affollate celle. Si spiega così, il successo e l’entusiasmo della commedia “Il viaggio della speranza a Padre Pio” rappresentata ieri, nella sala polivalente del Nuovo complesso penitenziario di Vibo Valentia, dagli alunni detenuti della sezione carceraria dell’Istituto tecnico commerciale “G. Galilei” di Vibo e dal Secondo centro territoriale Educazione permanente a chiusura dell’anno scolastico. La rappresentazione teatrale, in atto unico, è nata dall’ispirazione di un allievo detenuto dell’Itc “Galilei” che attraverso un cantastorie ha raccontato, al pubblico del Nuovo complesso penitenziario di Vibo Valentia situato in località Castelluccio, le vicende rocambolesche di un viaggio della speranza che ha come meta il santuario di Padre Pio. Il promoter del viaggio, Antonio ha coinvolto vari personaggi di un immaginario paese calabrese a partire in pullman per il santuario di Padre Pio a San Giovanni Rotondo, e tra una serie di sorprese e azioni esilaranti raggiunge il suo scopo con un sorprendente colpo di scena. Ecco i nomi degli alunni detenuti che hanno interpretato i personaggi della commedia: Alberto nelle vesti del promoter del viaggio, Giovanni il parroco del paese, Leonardo l’autista dell’autobus, Ciro il bigliettaio, Luciano il ragazzo stitico, Alessandro sindaco del paese, Salvatore e Giacomo le due guardie del corpo, Antonella e Vito due i due fidanzatini, Anna donna Ntonuzza mamma dei fidanzatini, Daniela suor Patrizia, Gaetano e Wang i due malavitosi, Caterina donna Carmela (voce fuori campo), Mino il cantastorie, Anna signora Maria a Crapa, Francesco il marito della signora Maria a Crapa, Francesco e Demetrio due agenti penitenziari. I testi e l’arrangiamento musicale sono stati il frutto della spontanea collaborazione tra i docenti dell’Istituto tecnico commerciale “Galilei” di Vibo e gli alunni detenuti dello stesso Istituto. La scenografia è stata interamente realizzata dagli allievi del Secondo centro territoriale Educazione permanente, che svolge corsi didattici per la scuola elementare e media del penitenziario vibonese e da quelli dell’Itc “Galilei”, che hanno utilizzato parte del materiale messo a disposizione dall’Amministrazione carceraria e parte dell’Arci teatro popolare di Anna Faga. A fine spettacolo, seguito con partecipazione da quasi tutta la popolazione carceraria e da un nutrito pubblico esterno, sono intervenuti il dirigente scolastico dell’Itc “Galilei” Diego Cuzzucoli, la direttrice del carcere Angela Marcello, il comandante della polizia penitenziaria Nazzareno Iannello, il docente dell’Itc Enrico Parisi e il cappellano don Maurizio Macrì, esprimendo i loro complimenti agli attori detenuti per la piena riuscita della manifestazione. «E’ stato uno spettacolo di vita e generosità – ha espresso il dirigente Cuzzucoli – e mi auguro che sia portato all’esterno delle mura carcerarie. Quando la scuola si muove i risultati sono sempre positivi». Don Maurizio Macrì, ha invocato «maggiori spazi da dare a questi momenti di cultura e socializzazione, che ci fanno stare bene e rilassati». La richiesta è stata accolta dai dirigenti dall’Amministrazione carceraria di Vibo, che hanno promesso di inaugurare il prossimo anno scolastico con una rappresentazione teatrale. In un contesto difficile e drammatico come quello delle carceri italiane, l’esperienza e l’opportunità a poter frequentare corsi scolastici, scrivere poesie e racconti, fare teatro rieduca e aiuta a sentirsi ancora un essere umano, a cercare di ricostruire il proprio percorso di vita. Ricorrere alla fantasia, aiuta inoltre a non rimanere inchiodato al proprio passato, a recuperare dignità, orgoglio e speranza nel futuro.

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A conclusione dello spettacolo foto ricordo per tutti i protagonisti

 

Da il Quotidiano della Calabria – Mercoledì 12 giugno 2013

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