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Fitodepurazione, Botricello (CZ) la sperimenta: funziona e conviene

E chiede i soldi alla Regione per l’impianto comunale

di Giuseppe Candido

La fitodepurazione è un sistema di depurazione basato, come lo stesso nome indica, sulla capacità di alcune piante di abbattere gli inquinanti dai reflui urbani. È la stessa normativa vigente in materia ambientale (D. Lgs. 152/2006) che specificatamente la propone come possibile soluzione alternativa o integrativa dei sistemi di depurazione “tradizionali”. Noi che non siamo abituati a protestare l’avevamo proposta al Sindaco di Sellia Marina con una petizione nell’agosto del 2011 dopo avere, tra l’altro, organizzato uno specifico convegno nel dicembre del 2010 durante il quale erano intervenuti come relatori docenti universitari ed esperti tecnici del settore ad indicarne la concretezza e la fattibilità della proposta. Quella proposta non fu presa seriamente in considerazione dall’amministrazione comunale di Sellia Marina nonostante il dott. Fausto Caliò, responsabile autorizzazioni del Settore Tutela e Sviluppo ambientale della Provincia di Catanzaro,avesse inviato un messaggio ad organizzatori e partecipanti al convegno davvero significativo:

Il tema in discussione – aveva scritto in quell’occasione il Dott. Caliò – è certamente in linea con gli obiettivi della tutela e valorizzazione delle risorse idriche, infatti, come i partecipanti ben sapranno, la fitodepurazione rientra tra i trattamenti di depurazione naturale suggeriti dalla vigente normativa (All. 5 alla parte terza del D.lgs 152/06); questi, benché ormai largamente collaudati ed impiegati in vari Paesi mitteleuropei, trovano ancora scarsa applicazione nel nostro territorio. L’argomento (del convegno ndr) – aggiungeva ancora il dott. Caliò ai partecipanti – è tanto più stimolante se si pensa che i pochi esempi del genere esistenti nel territorio provinciale sono utilizzati nel trattamento dei reflui di piccole comunità (perlopiù insediamenti rurali), mentre tali tecnologie sono sono state ancora applicate al trattamento, o affinamento, di acque reflue provenienti da agglomerati urbani di medie dimensioni. Pertanto, – conclude Caliò con riferimento esplicito agli obiettivi del convegno – qualora fosse realizzato l’impianto fitodepurativo proposto nella petizione collegata a tale convegno, esso costituirebbe certamente un interessante prototipo per la nostra provincia, da monitorare attentamente per ulteriori simili applicazioni.” (Sic!)

Niente, dice la tradizione: “non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire”. L’amministrazione comunale di Sellia Marina restò insensibile a quella proposta sostenuta pure con una petizione. A quel convegno sulla fitodepurazione aveva però partecipato anche uno sconosciuto (solo per chi scrive, ovviamente) consigliere comunale Salvatore Procopio che era intervenuto proprio sollecitato dalla notizia apparsa sui giornali locali.

Oggi, 7 maggio 2013, durante la conferenza stampa tenuta proprio dall’amministrazione di Botricello rappresentata dall’assessore all’ecologia e alla cultura del Comune di Botricello, Salvatore Procopio, finalizzata a presentare i dati di gestione dell’impianto di depurazione, abbiamo scoperto che, anche in virtù dell’interesse che quella petizione e quel convegno avevano scaturito, l’amministrazione di Botricello l’ha sperimentata sui liquami in ingresso al proprio depuratore comunale.

L’assessore Procopio, bisogna dirlo, è anche un tecnico dell’Arpacal molto attento e, dopo aver constato sperimentalmente con analisi condotte dalla ditta che per l’amministrazione gestisce il depuratore, l’amministrazione ha deciso di chiedere uno specifico contributo alla Regione Calabria. Alla conferenza stampa sulla gestione e sulla manutenzione del depuratore comunale e delle stazioni di sollevamento che negli anni passati più volte avevano dato problemi, assieme all’assessore Salvatore Procopio c’era anche l’ingegner Minieri, della Minieri King Elettrica, società che gestisce l’impianto. Dal 2009, ha sottolineato Procopio, la Provincia di Catanzaro ha restituito ai comuni la gestione degli impianti di depurazione e, da allora, ciò ha rappresentato un aggravio per le casse dell’ente. Nel 2011 solo di costi energetici – ha aggiunto Procopio – sono stati spesi 179.750 € e altri 151.000 di costi di gestione veri e propri. Nel 2012, mentre i costi per l’energia sono saliti a quasi 230.000 € quelli per la gestione – ha sottolineato Procopio – sono scesi a 142.000 €. Questi dati, ha spiegato l’assessore Procopio, “c’hanno indotto a cercare una via sperimentale per abbattere i consumi energetici di gestione e manutenzione”.

Come? Con la fitodepurazione. Procopio presenta un rapporto ufficiale dei dati relativo alle acque reflue trattate con il solo “micro” impianto di fitodepurazione sperimentale realizzato dal Comune. I dati evidenziano – aggiunge soddisfatto Procopio – “un’abbattimento del carico inquinante relativo a tutti i parametri analizzati di oltre l’80% e stimabile tra l’84 e l’85%”. Per questo, ha spiegato Procopio, “riteniamo necessario investire sulla fitodepurazione”. L’ingegnere Minieri, con slide e fotografie, ha spiegato di aver cercato, in questi anni in cui la ditta Minieri King Elettrica Srl è stata soggetto gestore dell’impianto di depurazione, di “aumentare l’efficienza dell’impianto di depurazione salvaguardandone l’efficacia”. Dopo una sintetica relazione illustrativa dell’impianto l’ingegnere ha delineato l’andamento dei parametri chimici delle acque depurate dall’impianto negli anni 2011 e 2012. Un depuratore “costruito negli anni ’80 e soltanto di recente adeguato ai più stretti parametri della normativa del 2006. “Da una stazione di arrivo dei liquami l’impianto”, ha spiegato Minieri, “ha una stazione di pretrattamento iniziale per l’eliminazione dei detriti grossolani e una fase di ossidazione cui segue la sedimentazione ulteriore. Le acque vengono disinfettate e immesse nel corpo idrico (torrente Arango, mare Ionio) e i fanghi vengono avviati nei letti di digestione ed essiccamento. Nel 2011”, ha aggiunto Minieri, in località Marina di Bruni, la stazione di sollevamento e i quadri elettrici erano privi di protezione. Abbiamo dato all’amministrazione elettropompe a nolo gratuito e messo a norma l’impianto elettrico. “Si è ad aumentare l’efficienza dell’impianto di depurazione garantendo un flusso depurativo efficace come dimostrano le analisi delle acque certificate dai laboratori e dall’Arpacal di Catanzaro”. “Nel 2010 abbiamo avviato una fase di restyling strutturale e verniciatura delle parti metalliche e ferrose, sono stati attivati di n°4 sedimentatori ed è stato modificato il flusso depurativo per rendere i parametri delle acque conformi alle normative vigenti”. Nei mesi di aprile e maggio 2011 è stata eseguita la messa a norma delle stazioni di sollevamento che, nell’agosto del 2011, la Provincia di Catanzaro e il dipartimento Ambiente hanno verificato e attestatop che le acque in uscita dal depuratore sono conformi al D.Lgs. 152/06 ed ha concesso al comune l’autorizzazione allo scarico”. Infine, lo scorso anno, nel mese di giugno “è stato attivato il terzo circuito depurativo con conseguente aumento della potenzialità dell’impianto al fine ultimo di fronteggiare la stagione estiva”. Oggi l’impianto funziona correttamente, le acque escono ben depurate e rispettano i parametri ma, ha costi energetici elevati e, per questo, “l’amministrazione c’ha chiesto di sperimentare la fitodepurazione che ha bassi costi nell’ordine del 50% in meno rispetto agli impianti tradizionali.” Per questi motivi, ha spiegato ancora l’ingegnere, sollecitati dall’amministrazione comunale “abbiamo sperimentato idee future per una eco-Botricello, realizzando un progetto pilota utilizzando una porzione dei letti di essiccamento per la realizzazione di un impianto di fitodepurazione a sistema flusso superficiale, e ciò anche allo scopo di sensibilizzazione per la popolazione e le Pubbliche Amministrazioni”.

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Eutanasia e testamento biologico: intervista a Mina Welby e video del consiglio comunale aperto a Botricello

Il video, gentilmente ripreso da liberi tv, del Consiglio comunale aperto cui hanno preso parte oltre a Mina Welby anche il Prof. Salvatore Barresi dell’arcidiocesi Crotone Santa Severina, la professoressa Elena Morano Cinque e il Prefetto Antonio Reppuccio.

“La gente vuole che si regolamenti questo fenomeno”.

di Giuseppe Candido

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Mina Welby arriva a Sibari in autobus

Abolire la miseria della Calabria, 4 maggio 2013, siamo in macchina con Mina Welby, nata a San Candido in provincia di Trento, vedova di Piergiorgio Welby e co-presidente dell’associazione Luca Coscioni, che è venuta in Calabria per la prima giornata di mobilitazione nazionale per la raccolta delle firme sulla proposta di legge d’iniziativa popolare sull’eutanasia legale e il rifiuto dei trattamenti sanitari. Mina arriva alle 11.30 a Sibari (CS) dove la vado a prendere per essere per le 17.00 a Botricello (CZ), dove il Sindaco Giovanni Camastra e l’assessore Salvatore Procopio hanno nei giorni scorsi firmato e aderito alla campagna di raccolta firme ed hanno organizzato un consiglio comunale aperto ai cittadini per discutere l’adozione di un registro comunale per per i testamenti biologici.

Dopo esserci salutati e fatto quattro chiacchiere sulle condizioni di Marco Pannella, in sciopero della fame e della sete per la questione delle carceri e della giustizia, e dopo una telefonata col Sindaco e l’assessore Procopio che davano a Mina un primo “telefonico” benvenuto in Calabria, chiedo a Mina, già sicuro che accetterà, se vuole rilasciarci un’intervista mentre siamo in macchina. “Certo, perché no!” è la risposta sorridente di Mina.

Allora, la prima è una domanda aperta: testamento biologico, eutanasia. Che ci dici Mina?

R: “Io posso dire questo. Che sono stata ieri sera a Castellana Grotte dove si voleva parlare in modo particolare di testamento biologico. Io poi ho pensato: ma, in qualche maniera faccio pure entrare l’eutanasia. Ma mi ha aiutato in modo formidabile un prete. Un certo don Nicola. Che poi, anche con disappunto della organizzatrice, ha parlato di eutanasia. Perché, come al solito, le persone che hanno tanto paura di non so che cosa, della parola “eutanasia” che li attira. È un tema che attrae. Non so perché. C’ho fatto caso ieri e questo mi ha indotto, poi, a spiegare ai presenti che erano tantissimi, che per una piccola città come Castellana Grotte erano presenti 120 e più persone presenti in una sala, dove non c’erano più altre sedie e stavano in piedi. Veramente una cosa grandissima. Quindi ho potuto spiegare a queste persone che cosa significa testamento biologico, che cosa significa rifiuto delle terapie di una persona capace come Piergiorgio, e che cosa è l’eutanasia. Nel vero senso della parola. Cioè dove al medico viene chiesto da un malato con una patologia non più curabile con delle sofferenze indescrivibili, e con poca aspettativa di vita. E questo, credo, abbia fatto molto bene anche per il futuro deposito di testamenti biologici in un registro che si voleva, appunto, chiedere d’istituire al sindaco di Castellana Grotte che era presente. C’è stato pure il Sindaco di Putignano dove già funzione il registro dei testamenti biologici. Ho ringraziato il Sindaco e gli avevo detto anche che noi abbiamo fondato la federazione dei sindaci dove esiste il registro dei testamenti biologici dove, il primo a firmarlo era il sindaco di Napoli che ha anche lui istituito il registro.

Luigi De Magistris?

R: Si, De Magistris.

Mina, una domanda allora è d’obbligo. C’hai spiegato bene la differenza tra testamento biologico, rifiuto cosciente delle cure ed eutanasia legale. L’eutanasia, però, ci dicono le statistiche, esiste ed è quella che i radicali vogliono legalizzare. Oggi repubblica parla di 90.000 malati terminali che ogni anno muoiono nelle sofferenze e, probabilmente, anche per loro si chiede “dottore, non fatelo soffrire”. I Radicali cosa tentano di fare con la “legalizzazione” di questo fenomeno?

R: Vogliamo che sparisca l’eutanasia non legale. L’eutanasia nascosta. Quella che già c’è.

Quell’eutanasia clandestina per cui Piergiorgio e l’associazione Coscioni chiedevano al Parlamento italiano con una petizione di effettuare un’indagine conoscitiva?

R: Si, dell’eutanasia clandestina. Ma fino ad oggi abbiamo sempre continuamente delle opposizioni. E i più forti oppositori sono i medici stessi. Credo che è come se avessero paura. Ma paura di che cosa? Di essere indagati? Non lo so. Ma proprio ieri, un medico, una dottoressa chiariva di nuovo che lei sapeva che l’eutanasia clandestina esiste. Dall’altra parte, però, c’è anche un grande incremento di accanimenti terapeutici. Voglio dirlo in modo veramente brutto, così forse lo capiscono gli italiani: sono cure inutili. Terapie inutili, dove per esempio, a un malato oncologico, cioè col cancro, in fase terminale, vengono ancora somministrati terapie chimiche, chemio terapie. Credo che questo è veramente un insulto a questo malato, per farlo soffrire. Perché poi, la chemio terapia, non è una passeggiata. Non è una cosa che alleggerisce, che toglie dolore. Ma è un ulteriore insistere con dei fenomeni collaterali che non sono della malattia oncologica ma proprie della chemio terapia.

Mina, un’ultima domanda. Qualcuno obbietta che l’Italia ha un problema: il lavoro. La miseria che aumenta. Che c’azzeccano l’Eutanasia legale, testamento biologico. Sono delle priorità? I radicali e l’associazione Coscioni lanciano la campagna di raccolta firme per una proposta di legge in un momento in cui le priorità sembrano essere tutt’altre. Perché Mina, proprio ora?

R: Mah, guarda, io so e vedo che gli italiani sono interessatissimi ad avere anche questo diritto al “non soffrire più”. Anche perché, adesso sì c’è tempo di crisi, ma succede una cosa molto eclatante e molti cittadini si lamentano di questo. E vengono tagliate le spese per le cure, per le terapie, per l’assistenza ai malati gravissimi. E anche le cure palliative sono soltanto a macchia d’olio e spesso finanziate da benefattori. Ci sono dei parenti di malati oncologici ricoverati negli ospedali e cliniche private che tante volte danno un lascito, danno delle sovvenzioni, per poter continuare al meglio le cure palliative sui malati. Io credo che questo la gente lo vede, lo sa. E per questo motivo vogliono che si regolamenti veramente questo fenomeno.

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Le donne al tempo dell’emigrazione in Calabria

di Maria Elisabetta Curtosi

I soldi che gli italiani dall’estero mandavano alle proprie famiglie rimaste in Italia furono una voce importante dell’economia . Oltre alle rimesse in denaro, gli italiani mandavano in patria un interminabile flusso di pacchi contenenti generi alimentari, oggetti vari, attrezzi, vestiario. Con le loro rimesse, spiega Rosario Manco “l’economia del paese se ne avvantaggiò forse più che con qualsiasi altra risorsa interna. Il miglioramento delle condizioni economiche influì positivamente sulle famiglie dei calabresi. Alcuni richiamarono le famiglie, altri tornarono ricchi.  Questo improvviso afflusso di danaro non creò soltanto nuovi ricchi, ma spesso anche drammi sociali come il fenomeno delle “vedove bianche”. Lo dimostrano due canti popolari:

“ I  mugghieri d’americani vannu a missa cu setti suttani.Vannu pregandu Domineddio: mandami sordi,marituma mio. Mo ca i sordi sugnu arrivati si li mangianu cu i nnamurati”.

“ Marituma è iutu a merica e no mi scrivi. Nun sacciu chi mancanza ci haiu fattu…ca di nu figghiu ‘nda trovatu quattro? Tu mancu na cartellina m’hai mandatu, arriva nu bastimentu illuminato e dintra ci porta u scornacchiatu,: bona venuta e bbivi e fai u curnuto. Cittu maritu miu, ca nu è nenti, ca li mandami a Napuli pe studenti”.

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Istruzione, Maria Chiara Carrozza ridia dignità alla Scuola Pubblica Statale

di Giuseppe Candido

Investire sulla conoscenza significa investire sul futuro. Sono le parole rilasciate a Flavia Amabile, giornalista de La Stampa, da Maria Chiara Carrozza, neo Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Docente e ricercatrice di bioingegneria industriale e bio-robotica presso la Scuola Superiore S’Anna di Pisa dove è stata rettrice per due mandati. E dal quale si è subito dimessa dopo esser stata eletta in Toscana capolista col PD. Oltre al curricolo neanche lontanamente paragonabile con quello di precedenti ministri, il Ministro Carrozza ispira fiducia ai docenti. Almeno a uno, il sottoscritto. E questo perché, sempre nell’intervista alla Stampa, tra le righe delle sue risposte oltre a parlare dei docenti non come fossero fannulloni cui aumentare d’imperio l’orario di lavoro ma come “nostri ambasciatori” dello Stato e dell’Unità Nazionale, il neo Ministro Maria Chiara Carrozza afferma un’altra grande verità: nella scuola c’è bisogno d’investimenti mirati. E ammette di voler lavorare per capire come e dove spendere meglio i soldi. Già nel 1895 Alfred Marshall, nei Princìpi di Economia, sottolineava come “Nessuna riforma potrebbe condurre ad un aumento più rapido della ricchezza nazionale quanto un miglioramento delle nostre scuole, purché” – aggiungeva – “fosse accompagnato da un generoso sistema di borse di studio, che permettesse al figlio intelligente di un operaio di salire gradualmente da una scuola a quella superiore, finché non avesse ricevuta la migliore istruzione teorica e pratica che i tempi gli possano dare”.La condizione in cui versa la Scuola Statale italiana, quella cioè pubblica e erogata direttamente dallo Stato è sotto gli occhi di tutti: dalla carta per le fotocopie a quella igienica passando per i mai visti computer per ogni aula, per non parlare degli stipendi dei docenti. E per non parlare nemmeno dell’edilizia scolastica: non è più tollerabile mandare i ragazzi (e i docenti) in scuole non sismicamente adeguate e strutturalmente fatiscenti. L’Edilizia scolastica, integrata con le nuove tecnologie fotovoltaiche, reti Wi-Fi, ecc., rappresenterebbe oltretutto una possibilità di rimessa in “moto” di un settore altrimenti destinato a consumare altro suolo.

Leggendo il rapporto OCDE si scopre che, tra i 27 Paesi europei, l’Italia è quello che spende meno e peggio degli altri in investimenti sull’istruzione, l’università e la ricerca.Come evidenziano i dati dei test Ocse Pisa, mentre ad esempio, la Finlandia (Paese leader nelle classifiche Ocse Pisa da oltre dieci anni) spende l’11,6% della propria spesa pubblica, la media europea è dell’10,9%, in Italia spendiamo solo l’8,5% del totale della spesa pubblica. Se il dato lo si rapporta invece al Pil anziché alla spesa, le percentuali sono ancora più tristi: l’Italia spendeva, nel 2009, solo 4,7% del Pil contro il 5,4% che è il valore medio dei Paesi europei. Nel 2012 quel 4,7% si è ancora ridotto al 4,56.

Conseguenza diretta: i neo laureati non trovano lavoro e i “cervelli” migliori scappano all’estero.Negli ultimi dieci anni il nostro Paese, spinto dalla necessità di tagli alla spesa pubblica, ha tristemente disinvestito proprio sulla scuola dimenticando gli insegnamenti di Marshall, di Calamandrei ed è divenuta fanalino di conda anche in termini processo insegnamento-apprendimento. Ministro Carrozza, è certo che i miracoli non li può fare ma ridia dignità alla scuola pubblica statale e ai suoi docenti, tralasciando per una volta quella paritaria.

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I soldi per la differenziata e fitodepurazione non ci sono, ma a Sellia Marina si spendono 45.000 euro in attività ludiche

di Giuseppe Candido

Il bilancio comunale è in rosso spietato tanto da necessitare, lo scorso 19 aprile 2013, di una apposita deliberazione del consiglio comunale per “la procedura di riequilibrio finanziario pluriennale“, non si pagano i conti alla Sorical per l’acqua né al Commissario per l’emergenza per i rifiuti, ma i soldi (ben 45.500,00 €) l’amministrazione di Sellia Marina, con tanto di relazione tecnica, ha la faccia tosta di chiederli alla Regione con le finalità di promozione turistica! Come se si potesse parlare di turismo con la spazzatura che marcisce per strada e la depurazione che funziona a singhiozzo ma fallisce puntualmente quando c’è il carico di punta estivo. Ma stiamo ai fatti. Il 24 di aprile, alle 16:15, dopo appena tre giorni dall’approvazione della procedura di riequilibrio finanziario, la Giunta Comunale di Sellia Marina, nelle persone di Amelio Giuseppe (sindaco), Walter Placida, Tulelli Vincenzo A. e Gallelli Francesco (assenti solo gli assessori Mercurio Giuseppe e Ragusa Antonio), ha approvato con deliberazione n°25 del 24.4.2013, una relazione tecnica illustrativa delle attività che si intendono realizzare entro il 31.08.2013. In realtà alla deliberazione di giunta è allegata una sola tabella riassuntiva dei costi delle singole attività dalla quale, però, si scoprono cose interessanti. 7.500 € vengono richiesti per “manifestazioni teatrali e miusicol” da realizzarsi “a cura delle associazioni teatrali operanti nel territorio”. Così da non scontentare nessuno. Altri 10.000 € (5.000 ciascuna) vengono richiesti per le manifestazioni “Laboratori artigianali in piazza” e “La notte dei desideri“. Poi c’è il “Premio sull’olio extra vergine d’oliva di qualità e valenza interregionale (giunto ormai alla V edizione, corrispondente tristemente al quinto anno della seconda legislatura Amelio): altri 5.000 € !

Ma non finisce qui il programma di spesa per la “cultura”: altri 4.000 € sono infatti previsti per la “Presentazione e degustazione prodotti tipici eno-gastronomici/agro alimentari“, neanche si trattasse di caviale e champagne. 8.000 € sono altresì previsti per “Spettacoli musicali” (folkloristici-muisica leggera – popolare) e 10.000 € per “attività ludico ricreative – caccia al tesoro – giochi in spiaggia – torneo di calcetto – beach volley“.  Poi, sempre perché le casse del comune sono assai floride, per i soli fuochi pirotecnici, che non possono mancare, si prevede di spendere la modica cifra di 3.000 €!

Ovviamente c’è poi da mettere in conto la pubblicità di tutte le manifestazioni che, solo quella, costerà altri 3.000 €.

Mi è stato insegnato che il terzo settore, l’associazionismo e l volontariato, dovrebbero essere d’utilità sociale alla comunità sopperendo laddove le amministrazioni locali non arrivano con la loro forza. In questo caso, invece, pare che ci sia un vero e proprio dedalo di associazioni che, molto spesso con le idee più improbabili che spaziano dai giochi in spiaggia (che un tempo non avevano bisogno di finanziamento alcuno) alla degustazione di prodotti tipici passando dai fuochi pirotecnici, continua solo ad auto finanziarsi.

Il turista, oltre che cassonetti vuoti e depuratori funzionati, sarebbe attratto certo, ma da eventi di un certo spessore culturale. Invece, da anni ormai, si continuano ad organizzare piccolezze utili solo, nel migliore dei casi, a far trascorrere qualche bella serata ai soli turisti nostri concittadini emigranti di ritorno per le vacanze.

Quando con l’associazione di volontariato culturale Non Mollare presentammo il volume La Calabria cui parteciparono il Prof. Luigi Maria Lombardi Satriani, il registra Vittorio De Seta, l’editore Città del Sole, la giornalista Assunta Scorpiniti e altri insegni personaggi, la manifestazione finì su tutti i giornali calabresi e persino sul sito del ministero della Giustizia, il tutto costò al comune, tra palco, luci, amplificazione appena 600,00 compreso le spese di rimborso viaggio al Prof. Satriani che, autore dell’introduzione del volume, venne appositamente dalla sua residenza in Roma. Il libro lo avevamo stampato noi, la ricerca che vi era stata a monte come associazione di volontariato l’avevamo fatta volontariamente senza costare un euro a nessun cittadino e la cultura fece il resto. Eppure la manifestazione di presentazione organizzata come tavola rotonda ebbe grande successo. Spendere 45.500 euro, soprattutto con questi chiari di luna, dovrebbe consentire quantomeno l’organizzazione di un qualcosa di memorabile. Come il Roccella Jazz Fest solo per fare un esempio, che potesse ricordarsi come un evento ed essere in grado di attirare nuovo turismo.

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I Ministri del Governo Letta, Emma Bonino agli Esteri

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Napolitano e Letta

Abolire la miseria della Calabria saluta con gioia la notizia. Alle 17,15 dopo oltre due ore passate a colloqui con Napolitano, Enrico Letta ha sciolto la riserva indicando i nomi dei Ministri che domani, 28 aprile 2013, giureranno alle 11 e 30 al Quirinale.

Buona sera. Voglio premettere alla lettura della lista ancora una profonda gratitudine nei confronti del Presidente della Repubblica per questa fiducia. E voglio aggiungere anche parole di soddisfazione, sobria soddisfazione, come è dovuta a questo momento, per la squadra che siamo riusciti a comporre. Per le disponibilità che abbiamo riscontrato. Per le competenze che si sono messe al servizio del Paese. Soddisfazione per il record di presenza femminile che questo Governo riuscirà oggi a manifestare. E per il ringiovanimento complessivo della compagine di Governo.

Poi il Presidente incaricato Enrico Letta legge la lista dei Ministri iniziando dalla comunicazione che il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e segretario generale del Consiglio stesso ci sarà Filippo Patroni Griffi. Vice Presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro degli Interni, Angelino Alfano; Ministri senza portafoglio: Ministro per gli affari europei, Maurizio Moavero Milanesi; Ministro degli affari regionali e delle autonomie, Graziano Del Rio; Ministro della coesione territoriale, Carlo Trigilia; Ministro per i rapporti con il Parlamento e per il coordinamento delle attività di Governo, Dario Franceschini; Ministro delle Riforme costituzionali, Gaetano Quagliariello; Ministro per l’Integrazione, Cecil Ktenge; Ministro delle pari opportunità dello sport e delle politiche giovanili, Jospha Idem; Ministro della pubblica amministrazione e della semplificazione, Giampiero Dalia. Poi Enrico Letta annuncia i Ministri con portafoglio: Ministro degli Affari esteri, Emma Bonino; Ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri; Ministro della Difesa, Mario Mauro; Ministro dell’Economia e delle Finanze, Fabrizio Saccomanno; Ministro dello sviluppo economico, Flavio Zanonato; Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi; Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Nunzia Di Girolamo; Ministro dell’Ambiente, della Tutela del territorio e del mare, Andrea Orlando; Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Enrico Giovannini; Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Maria Chiara Carrozza; Ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, Massimo Bray; Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin.

Un Governo, si affretta a chiarire subito dopo Giorgio Napolitano, pienamente legittimato secondo le regole e le procedure costituzionali.

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Carceri, “situazione grave ma aperta”

Oggi, 26 aprile, su La Stampa quello di Mattia Feltri è l’unico articolo a segnalare che Marco Pannella, ancora una volta, è in sciopero totale della fame e della sete per l’amnistia, giustizia e libertà. Per l’ennesima volta, ci insegna a “non mollare” e lo fa per la questione delle nostre carceri e per il fatto che, di questo problema, le televisioni pubbliche non consentono ai Radicali un dibattito.

Le carceri italiane rappresentano oggi l’esplicazione della vendetta sociale nella forma più atroce che si sia mai avuta. Noi crediamo di aver abolita la tortura e i nostri reclusori sono essi stessi un sistema di tortura, la più raffinata. Noi ci vantiamo di aver cancellato la pena di morte e la pena di morte che ammanniscono goccia a goccia le nostre galere è meno pietosa di quella che era data per mano del carnefice. Noi ci gonfiamo le gote a parlare di emenda dei colpevoli e le nostre carceri sono fabbriche di delinquenti”.

Chiuse le virgolette, Mattia Feltri, acuto giornalista molto attento ai temi Radicali, avverte il lettore di stamane su La Stampa: queste – dice Feltri – non sono parole di Pannella, ma di Filippo Turati pronunciate alla Camera, il 18 marzo 1904. Ben centodieci anni fa! Oggi, sostiene Pannella, le nostre carceri sono in una situazione che non è mai stata peggiore: “neanche nel ventennio fascista”. Ma di questo problema e della sua causa principale, il malfunzionamento della Giustizia, non c’è traccia negli approfondimenti né la si è trovata nel nuovo discorso di insediamento Napolitano.

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Anche noi di Abolire la miseria della Calabria sosteniamo l’On. Marco Pannella in questa lotta per il diritto e per i diritti.

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Botricello (CZ): Dibattito su eutanasia legale e rifiuto trattamenti sanitari e Consiglio Comunale aperto

Mina Welby a Botricello il 4 maggio 2013 per discutere di eutanasia legale e testamento biologico
Mina Welby a Botricello il 4 maggio 2013 ore 17.00 – Palazzo Comunale

Ammalarsi fa parte della vita. Come anche guarire, morire, nascere, invecchiare, amare. E le buone leggi servono alla Vita anche per impedire che siano altri a scegliere per noi. Il prossimo sabato 4 maggio 2013 alle ore 17.00, nel giorno del Santo Patrono, a Botricello (CZ) presso la sede del nuovo Palazzo Comunale di Via Nazionale 351, nell’ambito di una più ampia mobilitazione nazionale di raccolta firme, con la presenza straordinaria di Mina Welby, moglie di Piergiorgio Welby e co-Presidente dell’associazione Luca Coscioni, sarà presentata ai cittadini e al consiglio comunale appositamente convocato sotto forma di consiglio comunale “aperto”, la proposta di legge d’iniziativa popolare sul rifiuto dei trattamenti sanitari e la liceità dell’eutanasia promossa in tutta Italia dall’associazione Coscioni, dagli Amici di Eleonora Onlus, da Exit Italia, dallo Uaar e Radicali Italiani. All’evento, ovviamente, sarà inoltre possibile sottoscrivere la proposta di legge che già l’assessore Salvatore Procopio, il Sindaco Giovanni Camastra, l’assessore Valea e molti altri cittadini hanno firmato ai tavoli di raccolta organizzati nei giorni scorsi.

Il consiglio comunale aperto è stato appositamente convocato dal Sindaco, dott. Giovanni Camastra, che nei giorni addietro aveva pure lui firmato la proposta di legge, in collaborazione con l’assessorato alla Cultura dell’amministrazione comunale di Botricello diretto dal dott. Salvatore Procopio, che ha tenuto in particolare modo a sollecitare la più ampia informazione su questo tema riguardante il diritto e la libertà di sceglier fino alla fine. Al dibattito e al consiglio comunale aperto, cui è espressamente invitata la stampa oltreché i cittadini, parteciperanno pure la Prof.ssa Elena Morano Cinque, docente dell’Università Magna Grecia e Presidente della Commissione Pari Opportunità di Catanzaro e il Prof. Salvatore Barresi, docente di etica sociale ed economia dell’Istituto Tecnologico Unus Magister dell’Arcidiocesi di Crotone Santa Severina. Modererà il dibattito il nostro direttore editoriale, Prof. Giuseppe Candido docente di scienze matematiche presso la scuola secondaria di I grado di Botricello.

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IL CONSIGLIO DEI MINISTRI IMPUGNA LA LEGGE DI MODIFICA DELLO STATUTO DELLA REGIONE CALABRIA

(AGI) – Roma, 22 apr. – Il Consiglio dei Ministri ha esaminato tre leggi regionali su proposta del Ministro per gli Affari Regionali, il Turismo e lo Sport. Nell’ambito di tali leggi, il Consiglio ha deliberato l’impugnativa dinanzi alla Corte Costituzionale della legge Regione Calabria “Testo di Legge di Revisione Statutaria approvato con 2a Deliberazione Consiliare ai sensi dell’art. 123 della Costituzione. Riduzione del numero dei componenti del Consiglio Regionale e dei componenti della Giunta Regionale. Modifiche alla Legge Regionale 19 Ottobre 2004, n. 25 “Statuto della Regione Calabria” in quanto contiene disposizioni che contrastano con i principi fondamentali in materia di coordinamento della finanza pubblica di cui all’articolo 117, comma 3, della Costituzione. Qui finisce l’agenzia e comincia il commento: perché il CdM impugna la legge approvata dalla Regione Calabria considerandola in contrasto coi principi di finanza pubblica contenuti nella costituzione?

Testo art. 117, 3° comma, per come applicabile a decorrere dal 2014

Sono materie di legislazione concorrente quelle relative a: rapporti internazionali e con l’Unione europea delle Regioni; commercio con l’estero; tutela e sicurezza del lavoro; istruzione, salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche e con esclusione della istruzione e della formazione professionale; professioni; ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all’innovazione per i settori produttivi; tutela della salute; alimentazione; ordinamento sportivo; protezione civile; governo del territorio; porti e aeroporti civili; grandi reti di trasporto e di navigazione; ordinamento della comunicazione; produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia; previdenza complementare e integrativa; coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario22; valorizzazione dei beni culturali e ambientali e promozione e organizzazione di attività culturali; casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a carattere regionale; enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale. Nelle materie di legislazione concorrente spetta alle Regioni la potestà legislativa, salvo che per la determinazione dei principî fondamentali, riservata alla legislazione dello Stato.

“Vecchio” (ma in vigore sino al 2014) testo dell’art.117, 3°comma, della nostra Carata Costituzionale

Sono materie di legislazione concorrente quelle relative a: rapporti internazionali e con l’Unione europea delle Regioni; commercio con l’estero; tutela e sicurezza del lavoro; istruzione, salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche e con esclusione della istruzione e della formazione professionale; professioni; ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all’innovazione per i settori produttivi; tutela della salute; alimentazione; ordinamento sportivo; protezione civile; governo del territorio; porti e aeroporti civili; grandi reti di trasporto e di navigazione; ordinamento della comunicazione; produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia; previdenza complementare e integrativa; armonizzazione dei bilanci pubblici e coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario; valorizzazione dei beni culturali e ambientali e promozione e organizzazione di attività culturali; casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a carattere regionale; enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale. Nelle materie di legislazione concorrente spetta alle Regioni la potestà legislativa, salvo che per la determinazione dei principî fondamentali, riservata alla legislazione dello Stato.

Nella nota 22 riportata in apice alla parola “tributario” si legge testualmente: Periodo così modificato dalla lettera b) del comma 1 dell’art. 3 della legge costituzionale 20 aprile 2012, n. 1. Le disposizioni di cui alla citata legge costituzionale si applicano, ai sensi di quanto prescritto dal comma 1 dell’art. 6 della stessa, a decorrere dall’esercizio finanziario relativo all’anno 2014. V. anche l’art. 5 della suddetta legge costituzionale.

Insomma, non è che ci voleva neanche troppo a capire che le modifiche alla Carata Costituzionale erano da intendersi valevoli a decorrere dal solo esercizio finanziario 2014. Le domande che, per così dire, ci sorgono spontanee sono: perché tanta fretta nel voler dismettere anticipatamente la funzione di “armonizzazione dei bilanci pubblici” da parte del nostro Consiglio Regionale? C’era forse qualche altro rimborso allegro e poco armonizzato nei bilanci creativi dei gruppi del Consiglio Regionale calabrese? E, soprattutto, perché la stampa calabrese e la TV regionale ma di stato, su questo non fanno inchieste e format televisivi per far conoscere la nostra Regione e consentire ai suoi cittadini di deliberare consapevolmente?

 

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Giorgio Napolitano rieletto Presidente della Repubblica

scrutini

Grillo dice che si tratta di un golpe. Sicuramente esagera ma la partitocrazia ce l’ha fatta a mettersi d’accordo per evitare di eleggere a Presidente della Repubblica Stefano Rodotà che molti cittadini, non solo i Parlamentari del M5S e i loro elettori, avrebbero voluto come nuovo Presidente. Si è scelto di non cambiare e di farlo nella speranza, magari, di formare un “governo del Presidente” sostenuto da “grandi intese”, ma composto da politici (magari escludendo quei parlamentari SEL e M5S che l’hanno votato). Napolitano, che sull’amnistia avrebbe senz’altro potuto fare un chiaro messaggio alle Camere, è stato però un grande Presidente e che abbiamo ringraziato già in passato e lo rifacciamo per averci rappresentato, ufficialmente, i sensi della sua considerazione. Siamo sicuri che sarà anche in futuro un ottimo Capo dello Stato.

Ma durerà sette anni oppure è un mandato a termine quello di Napolitano vista la sua indisponibilità fino a ieri cambiata solo per senso di responsabilità? Fino a quando durerà? Fino a quando non si potrà andare a votare un nuovo Parlamento con una legge elettorale riformata? E’ senz’altro presto per dirlo. Laura Boldrini, Presidente della Camera eletta nelle liste di Sinistra Ecologia e Libertà, accenna quasi una lacrima quando proclama l’elezione e, tra gli applausi dei 738 grandi elettori di 1007, annuncia che andrà a comunicare il risultato al neo (ri) eletto Presidente Giorgio Napolitano. E’ la prima volta che succede nella storia della Repubblica che un Presidente sia rieletto. “Mi atterrò scrupolosamente alle mie funzioni Costituzionali”, dice subito. Per PierBersani (come è in voga chiamarlo nel blog di Grillo) e il PD, dopo quella delle elezioni del febbraio 2013, questa della vicenda del Presidente è stata una batosta insopportabile è ha già annunciato, insieme a Rosy Bindi, che si dimetteranno dagli incarichi di partito (Solo? Continuando a candidarsi alle prossime politiche?). Hanno fatto fuori prima Marini e poi Prodi (sic!). La domanda che molti giornalisti non hanno osato fare a Bersani e che ci permettiamo noi di fargliela è: perché no Stefano Rodotà? Beppe Grillo, dopo aver annunciato il suo arrivo a Roma in serata lancia l’hashtag #TuttiaRoma per convocare una manifestazione di protesta davanti Montecitorio, poi ci ripensa con Tweet e dice che non potrà essere a Roma. Ma il Prof. Rodotà, che anche noi di Abolire avremmo voluto Presidente, placa gli animi dicendo da subito che i dissensi è giusto esprimerli ma nel luogo istituzionale opportuno. Insomma, dopo l’accordo fallito su Marini e Prodi, la confluenza dei voti dei Grandi elettori si è concentrata sulla persona di Napolitano che aveva confermato la sua disponibilità con una nota ufficiale alle 15 di oggi, ma l’Italia non ha ancora trovato soluzione ai suoi veri problemi: lavoro, riforme, giustizia. Tutte cose che sono passate in secondo piano. Una cosa è però certa: il prossimo Presidente della Repubblica, magari con poteri rinnovati costituzionalmente, gli italiani lo vogliono scegliere loro. Chissà, magari esce una sorpresa: Emma Bonino primo Presidente della Repubblica, donna ed eletta direttamente dai cittadini. A questo link il file l’audio del I discorso del neo (ri) eletto Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano

Manifestanti (non solo del M5S) in Piazza per dire ancora Rodotà
Manifestanti (non solo del M5S) in Piazza per dire ancora “Rodotà”
Manifestanti in Piazza Montecitorio (in via di trasferimento in Piazza del Popolo)
Manifestanti in Piazza Montecitorio (in via di trasferimento in Piazza del Popolo)

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