Il Mediterraneo continua a restituire corpi. Corpi di uomini, donne, ragazzi bambini morti annegati o assiderati.
È una tragedia in corso che non può essere attribuita al solo cinismo di coloro che fanno imbarcare vite umane nonostante il freddo invernale e le condizioni proibitive del mare. La banalità del male, dice qualcuno, bussa oggi alla porta Sud del Mediterraneo.
Ma alle stragi di migranti si risponde con la paura dell’altro, con la minaccia dell’Isis.
Non si discute – come ha ricordato Emma Bonino a Ballarò- delle lotte tra shiti e sunniti che agitano quel mondo che sta alle nostre porte e si banalizzano le lotte intestine, ancor più violenti tragiche, tra sunniti e sunniti! Lotte e violenze dalle quali fuggono donne, uomini e bambini.
Ma quella in corso nel Mediterraneo è tragedia che non può essere attribuita al solo cinismo di chi li fa imbarcare nonostante il gelo invernale e le proibitive condizioni del mare. Nel mare nostro si muore.
Dopo il naufragio ennesimo del 3 ottobre 2013, il governo italiano aveva avviato l’operazione “Mare Nostrum” che era riuscita a salvare, attraverso il pattugliamento, 170.000 persone migranti.
Oggi però non si pattuglia più, non si ricerca. Con l’operazione Triton si sorvegliano le frontiere e, casomai qualche gommone sbatte sulla chiglia di una nave li soccorriamo con Salvini che, dai Tg, strilla: “fuori i clandestini con gli scafisti“.
Per questo alcuni cittadini e alcune associazioni hanno lanciato un petizione online su una famosa piattaforma per chiedere al Governo italiano e al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, di riattivare Mare Nostrum e fare pressione sull’Unione Europea per la condivisione di questa responsabilità che riguarda le frontiere comuni dell’Unione.
Io l’ho firmata (la petizione) e mi auguro che Renzi provveda senza timore di perdere voti con Salvini. Perché si tratta di vite umane, di donne, bambini e uomini che fuggono le miserie del mondo.