Storia ed etnologia

di Maria Elisabetta Curtosi

Nell’opera Le strutture elementari della parentela, Lévi-Strauss osserva che è necessario integrare lo studio su civiltà diverse dalla nostra con un approccio completamente diverso, come quello consentito dall’etnologia. Secondo Lévi-Strauss, la differenza fondamentale tra storia ed etnologia non è né di oggetto, né di scopo, né di metodo Esse hanno infatti lo stesso oggetto (la vita sociale), lo stesso scopo (una migliore comprensione dell’uomo) e un metodo in cui varia soltanto il dosaggio dei procedimenti di ricerca. Storia ed etnologia si distinguono soprattutto per la scelta delle prospettive complementari: la storia organizza i suoi dati in base alle espressioni coscienti, mentre l’etnologia lo fa in base alle condizioni inconscie delle vita sociale. Lévi-Strauss osserva che nella maggior parte dei popoli primitivi è molto difficile ottenere una giustificazione morale, o una giustificazione razionale di un’usanza o un’istituzione: anche quando si hanno delle risposte, esse hanno sempre il carattere di razionalizzazione. Le ragioni inconscie per cui si pratica un’usanza o si condivide una credenza, sono in genere assai lontane da quelle con cui il soggetto cerca di giustificarle. Secondo Lévi-Struss, gli studi etnologici e linguistici dimostrano che l’attività inconscia dell’uomo consiste nell’imporre forma a un contenuto, e queste forme sono fondamentalmente le stesse per tutti gli individui.

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