Ciao Vittorio: senza di te il mondo è più vuoto

di Luigi M. Lombardi Satriani

Pubblicato su “Il Quotidiano della Calabria” del 6 dicembre 2011
Ora che De Seta ci ha lasciato il mondo appare più silenzioso. Ci manca la sua voce che ha così lungamente parlato dei “muti della storia”, di quanti non hanno voce, perché è stata loro negata dai detentori del potere, che li ha confinati nella marginalità, nel silenzio, nella dimenticanza. Non è un caso che uno dei documentari di De Seta sia intitolato “I dimenticati”

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Vittorio De Seta: si è spento un grande regista

Antico e aspramente contemporaneo, la forza delle immagini riusciva a far parlare alberi, animali, vento, mare, a tradurre in racconto il rumore, ora lieve ora travolgente della vita

di Giuseppe Candido
articolo pubblicato su “Il Quotidiano della Calabria” del 1 dicembre 2011

Quandu nescisti tu, spingula d’uoru

Quattru tuorci a lu cielu s’addumaru

“Ancora una volta resto colpito, ammirato, dalla bellezza, vastità, importanza della nostra cultura popolare, dallo zelo, dalla tenacia di quei pochi che si preoccuparono di registrarla, salvarla”. Vittorio De Seta amava la Calabria, la sua cultura popolare ed aveva usato proprio queste parole per descrivere la sensazione che aveva avuto nello scorrere e leggere i canti, le novelle e le leggende popolari raccolte da Luigi Bruzzano nella rivista “La Calabria” (Monteleone, 1888-1902).

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La voce del diritto e della libertà: le gazzette nemiche dei tiranni

La nascita e l’evoluzione di una nuova, importante, esperienza culturale

di Giuseppe Candido e Filippo Curtosi

Da quando furono impiantate le prime officine tipografiche anche la Calabria ebbe allora i suoi giornali e il primo di essi fu stampato a Monteleone Calabro.
E proprio a Monteleone di Calabria, oggi Vibo Valentia dove a breve si ricostituirà il circolo della Stampa Vibonese, cominciò una nuova, importante, esperienza culturale, che, “dopo aver conosciuto momenti di fortuna alterna nel periodo del Regno borbonico, si affermò in modo notevole solo dopo il conseguimento dell’Unità d’Italia”.

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Cibo, cultura, evoluzione: la straordinaria storia del pane

di Francesco Santopolo
La storia proposta in queste note non ha inteso seguire l’intero percorso di un cibo che ha accompagnato l’uomo nel suo cammino ma si ferma nel punto in cui la panificazione inizia a presentare una sostanziale omologazione di processo, fatta eccezione per alcune differenze che ancora resistono in varie parti del mondo (…)
“Res non naturalis definirono il cibo medici e filosofi antichi, a cominciare da Ippocrate, includendolo fra i fattori della vita che non appartengono all’ordine «naturale», bensì a quello «artificiale» delle cose. Ovvero, alla cultura che l’uomo stesso costruisce e gestisce” (…)

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NUTRIZIONE IN CALABRIA: ALIMENTAZIONE IPERCALORICA E SEDENTARIETA’ SREGOLATA

di Domenico Scaramozzino

Biologo, specialista in Scienza della Nutrizione

Soprattutto i bambini da 6 anni fino ai 18 anni sono dei bambini pigri, che hanno il consenso dei genitori a non far nulla tornati da scuola. Per questo motivo si è riportato in prima persona i genitori e le scuole come principali fonti di informazione e formazione dei bambini. Così grazie all’intesa dei Nutrizionisti

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L’Ottocento, un secolo cruciale

di Giovanna Canigiula* L’Ottocento è un secolo cruciale nella storia dell’Italia e della Calabria ma, val bene ricordarlo, è preparato, sotto la spinta della rivoluzione francese, dal triennio 1796-1799, in cui si gettano le basi di un ritrovato nazionalismo e si ridefiniscono i termini della vita politica italiana, poiché sono sul tappeto le grandi questioni … Continua la lettura di L’Ottocento, un secolo cruciale

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Ruby? Forse non basta cambiare canale

di Giuseppe Candido

“Berlusconi indagato in un caso di prostituzione” titolava l’Herald Tribune; “Le visite private di Ruby, cubista minorenne” sottotitolo. “L’Italia di Berlusconi sotto processo per prostituzione” è invece il titolo del network americano Fox News. E comunque, prostituzione minorile o no, non c’è dubbio che “Le ragazze di diciassette anni dovrebbero andare a scuola e non a cena da vecchi signori”. Perché è vero: il nostro modello di società ha ormai ridotto all’essere velina, piuttosto che al diventare famosa al grande fratello, il modello ed il ruolo delle donne nel nostro Paese.
“L’Italia non è un paese per donne”. È questo titolo con cui Barbie Nadeau, editorialista di Newsweek, famoso settimanale degli Stati Uniti, recensisce il nostro Paese. (…) Leggi tutto

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Contro i cretini violenti gli studenti utilizzino l’arma della nonviolenza

di Giuseppe Candido Non c’è dubbio che la fiducia al governo ottenuta da Berlusconi per i tre voti assai “discussi” alla camera e quella delle manifestazioni poi sfociate in atti, per fortuna isolati, di violenza, sono state le notizie che hanno di più tenuto banco nella cronaca e nei commenti dei maggiori giornali in questi … Continua la lettura di Contro i cretini violenti gli studenti utilizzino l’arma della nonviolenza

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Se la scure taglia la cultura allora c’è un problema

di Giuseppe Candido

Pubblicato su “il Domani della Calabria” del 30 novembre 2010

Mentre Giorgio Parisi, uno tra i più autorevoli fisici dei nostri tempi, padre della “teoria del caos”, intervistato da Caterina Perniconi per il Fatto quotidiano, spiega il perché questa riforma universitaria sia “un bel disastro” e che reputa “giustissima” la protesta degli studenti, il ministro dell’istruzione Maria Stella Gelmini liquida invece le proteste affermando che «Gli studenti che contestano le riforme del governo rischiano di difendere i baroni, i privilegi e lo status quo». E anche Futuro e Libertà, che inizialmente aveva solidarizzato con gli studenti salendo sul tetto della facoltà di Architettura di Roma, corregge ora il tiro e annuncia che invece voterà “la riforma che premia il merito”. Sicuramente è vero: in Italia, la qualità delle università non luccica. Ed è vero che c’è bisogno di una riforma che premi il merito. Basta dire che tra le prime 100 della classifica internazionale delle università soltanto due sono italiane e abbiamo dei corsi di laurea con pochissimi iscritti e delle cattedre seguite da un numero di studenti che si conta sulla punta delle dita di una mano. Ma in un Paese che già di suo, e molto meno dei suoi omologhi europei, investe solo una briciola del proprio prodotto interno lordo per l’istruzione e la ricerca, il rischio che con i tagli ora effettuati pure le università italiane dovranno aumentare le tasse è concreto.

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Risorgimento

di Pier Paolo Segneri

Il Risorgimento italiano, l’insurrezione dei napoletani, le cinque giornate di Milano, la spedizione dei Mille, l’incontro di Teano, la Breccia di Porta Pia sono soltanto avvenimenti del passato o, se letti senza retorica, possono in qualche modo rappresentare una memoria viva nel presente e protesa verso il futuro? E’ questa la domanda che dovremmo farci. (…)
Il Risorgimento italiano fu liberale. Molti, infatti, pensano a quel momento storico e alle idee liberali come a qualcosa di inattuale, di vecchio, di polveroso.

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