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Se prevale l’indifferenza

di Giuseppe Candido

Pubblicato su “il Domani” il 26 aprile 2010

Ha ragione da vendere Bersani nell’affermare che ci sono molti modi per tradire una costituzione, per tradire, cioè, quei “valori che sono fioriti” durante la resistenza “nel sangue di tante sofferenze” e che hanno portato alla liberazione. Ed ha ragione quando individua nell’indifferenza e nell’ignavia uno dei modi più subdoli per tradire il patto che ci lega. Un modo fu sicuramente quello operato dal regime del partito unico del fascio che proibì i festeggiamenti del 1° maggio istituendo la festa del lavoro. Ma per rinnovare e rinsaldare quel patto bisognerebbe ricordare anche che, a tradire la Costituzione, il rispetto di quel patto che ci lega, è molto spesso l’indifferenza della partitocrazia che oggi, troppo impegnata nei suoi balzelli, è del tutto sorda persino alle urla che provengono dalle nostre patrie galere, da tutte le carceri italiane ormai al collasso per il sovra affollamento, con organici della polizia penitenziaria sotto dimensionati e dove la sanità, la salute, sono diritti umani cui si deve rinunciare. Oggi, mentre il PdL dibatte sul partito di plastica o sul partito in cui sia possibile un dibattito interno e mentre il PD, invece, è impegnato a capire le ragioni di una sconfitta, nelle carceri italiane la gente si suicida per evadere da una situazione divenuta non più tollerabile. Per la nostra Carta fondamentale le pene, è bene ricordarlo ancora proprio a chi intende “rinnovare un patto per costruire una nuova Unità d’Italia, non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato. Ma, ahi noi, non potrebbero e non dovrebbero eppure la situazione è quella più volte denunciata dai Radicali, dall’associazione Antigone e, di recente, anche dalla Comunità di Sant’Egidio. Rita Bernardini è da oltre dodici giorni in sciopero della fame per proporre che sia data priorità, con la via legislativa, al provvedimento voluto dal Ministro Alfano per consentire ai detenuti con pene inferiori ad un anno di scontare la pena, sempre in condizioni di detenzione, ma ai domiciliari. Si alleggerirebbe il carico di sovraffollamento e si potrebbe utilizzare il momento per una grande riforma della giustizia condivisa. E dispiace che i dubbi sul provvedimento non vengano soltanto dal giustizialismo dell’Italia dei Valori ma anche dal PD. Per rinnovare davvero quel patto, per ricostruire una nuova Unità, c’è bisogno di cominciare a rispettare il patto, a rispettare la parola data, la legge e la costituzione in primis. Non dimentichiamo come andò: dopo la sua approvazione, la Costituzione fu subito tradita dal fascio unico dei partiti che impedirono per oltre vent’anni sia il voto di referendario sia quello per le regionali. Oggi la nostra Costituzione viene sistematicamente violata, il principio di eguaglianza è continuamente vilipeso ogni volta si fa una legge ad personam che rende la legge non uguale per tutti ed il rispetto della parola data è messo sotto le scarpe ogni qualvolta si neghino i più elementari diritti civili, politici e umani dei cittadini come nel caso delle nostre carceri o come quando si attuano le politiche dei respingimenti dei migranti richiedenti asilo politico. Ricostruiamo l’Unità partendo dal rispetto del patto che ci lega, si faccia una grande riforma della giustizia. Solo così si potrà dare continuità ai valori della Resistenza e sperare in una nuova Liberazione.

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