di Giuseppe Candido
pubblicato su “Il Domani della Calabria” del 20 marzo 2010
Definire democratiche le prossime elezioni regionali è un eufemismo. Soprattutto se si considera un dato: soltanto 5 milioni di Italiani, rispetto ai 52 milioni di aventi diritto al voto, leggono almeno un quotidiano al giorno. Dopo l’approvazione da parte della Commissione parlamentare di vigilanza del regolamento della par conditio, la Rai ha addirittura inteso sospendere le trasmissioni di approfondimento: annozero, porta a porta, ballarò hanno lasciato il campo alle tribune politiche “truffa” mandate in onda il mattino alle 9 e 30, quando anche le casalinghe sono uscite per fare la spesa.
Il Regolamento della Commissione parlamentare di vigilanza obbligava la tv di stato, per la quale i cittadini pagano il canone, a trasmettere nelle ultime 4 settimane prima del voto, in condizioni di parità di spazi a tutti i partiti, conferenze stampa dei leader, messaggi autogestiti, tribune elettorali. Spazi che devono essere mandati in onda in fasce di ottimo ascolto, anche all’interno o in sostituzione delle trasmissioni di prima serata. In un editoriale di Valter Vecellio pubblicato su Notizie Radicali, il quotidiano telematico dei Radicali, vengono snocciolati i dati sulle presenze di partiti e leader nelle trasmissioni della tv di Stato: “Dalle elezioni europee di giugno al 23 febbraio 2010, sono andate in onda venti puntare di “Annozero” e ventun puntate di “Ballarò” che hanno visto la presenza di almeno un esponente politico. Il “pieno” l’ha fatto il PdL, con 49 presenze; segue il PD, con 32; l’Italia dei Valori con 12, la Lega con 10, l’UdC con quattro; due presenze i radicali e la Destra; una per Sinistra e Libertà. Nove presenze di Antonio Di Pietro; sette il leghista Roberto Castelli; sei il segretario del PD Pierluigi Bersani; poi il forzista di Comunione e Liberazione Maurizio Lupi e via via: Rosy Bindi, Nicolò Ghedini, Nicki Vendola, Luigi De Magistris, Roberto Cota. Le presenze radicali sono due, Emma Bonino tutte e due le volte. Marco Pannella mai…”. “I radicali”, specifica Vecellio, “contano una presenza ad “Annozero” e una presenza a “Ballarò”, per di più presenze imposte dalle varie authority, perché fosse stato per loro, probabilmente Emma Bonino non sarebbe stata chiamata neppure quelle due volte. Ad “Annozero” il PDL è stata invitata 18 volte; nove volte il PD, sette l’Italia dei Valori; quattro la Lega. A “Ballarò” il PdL è stata invitato 31 volte, il PD 23, la Lega sei; l’Italia dei Valori cinque. … “Dal 2003 a oggi il segretario della UIL Luigi Angeletti è stato invitato 24 volte; Renata Polverini 19; Guglielmo Epifani 17; Raffaele Bonanni 16. E già questi dati dicono molto. Ma c’è un fatto ancora più curioso: Angeletti viene chiamato sette volte nel 2006, otto volte nel 2007; poi tra il 2008 e il 2010 tre volte soltanto; praticamente viene sostituito dalla Polverini, che non viene mai invitata tra il 2003 e il 2006, poi dal 2007 al 2010 viene chiamata ben 19 volte. A dispetto di Epifani, che nello stesso periodo di tempo viene chiamato solo sei volte e Bonanni 13”. In Calabria si è risolto il problema dell’informazione con le suddette tribune in cui i programmi politici dei partiti e dei candidati in corsa per il parlamentino regionale sono stati cancellati a favore dei commenti sulle inchieste e sulle intercettazioni che hanno polarizzato, imbarbarendolo, il dibattito politico. La legge sull’informazione elettorale non è stata rispettata nella fase della pre-campagna elettorale, durante il mese che precede la campagna vera e propria, in cui il servizio pubblico televisivo avrebbe dovuto informare i cittadini sulla necessità, da parte dei partiti, di raccogliere le firme per la presentazione delle liste. Poi sono il caos sulle liste ha visto il caso del PDL rimasto escluso nel Lazio e quello dell’esclusione della Lista di Formigoni in Lomabardia poi riammessa, a fare notizia al posto dei programmi, delle proposte, delle idee. Le trasmissioni di approfondimento sono state sospese perché un regolamento, adottato da un’autorità deputata alla vigilanza del servizio pubblico radio televisivo, ha tentato di regolarne la discrezionalità degli inviti e delle presenze dei leader politici per cercare di riequilibrare, in parità di condizioni, l’informazione sulle varie forze in gioco. In Calabria possiamo soltanto notare che, tribune “truffa” a parte, il TG Regionale della Rai, cui è rimasta rilegata e delegata l’informazione politica, ha deciso di cancellare il candidato Pippo Callipo forse perché scomodo al regime della partitocrazia che nomina direttori e vertici della Rai. C’è da chiedersi se, in queste condizioni, sia ancora il caso di pagare il canone previsto dalla legge visto che, tanto, la legge sull’informazione non viene rispettata neanche dalla stessa Rai.