di Maria Elisabetta Curtosi
L’ incanto della poesia ci rende la vita più sopportabile e più lieve.
Così la poetessa Szymborska, premio Nobel per la letteratura, ci trasporta in un mondo stupefacente, tra la profondità della sua riflessione poetica viaggiamo nella sua scrittura filosofica e scherzosa e implusiva. “ Non dà risposte, perché ogni domanda può generare altre domande” definisce le linee guida P. Marchesani “ di ogni singolo lettore sembra condividere intuizioni, sensazioni e paure”.
LA FIERA DEI MIRACOLI
Un miracolo comune:
l’accadere di molti miracoli comuni.
Un miracolo normale:
l’abbaiare di cani invisibili
nel silenzio della notte.
Un miracolo fra tanti:
una piccola nuvola svolazzante,
e riesce a nascondere una grande pesante luna.
Più miracoli in uno:
un ontano riflesso sull’acqua
e che sia girato da destra a sinistra,
e che cresca con la chioma in giù,
e non raggiunga affatto il fondo
benché l’acqua sia poco profonda.
Un miracolo all’ordine del giorno:
venti abbastanza deboli e moderati,
impetuosi durante le tempeste.
Un miracolo alla buona:
le mucche sono mucche.
Un altro peggiore:
proprio questo frutteto
proprio da questo nocciolo.
Un miracolo senza frac nero e cilindro:
bianchi colombi che si levano in volo.
Un miracolo- e come chiamarlo altrimenti:
oggi il sole è sorto alle 3.14
e tramonterà alle 20.01.
Un miracolo che non stupisce quanto dovrebbe:
la mano ha in verità meno di sei dita,
però più di quattro.
Un miracolo, basta guardarsi intorno:
il mondo onnipresente.
Un miracolo supplementare, come ogni cosa:
l’inimmaginabile
è immaginabile.