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La Sindone è il vero lenzuolo di Gesù, parola di Natuzza Evolo

di Franco Vallone

Natuzza Evolo

Adesso è certo ed anche confermato da autorevoli esponenti della Chiesa. Natuzza Evolo, recentemente scomparsa, si era espressa ed aveva risposto ad alcuni quesiti riguardanti proprio il lenzuolo della Sacra Sindone, tanto attuale in questi giorni di ostensione. La mistica di Paravati ne aveva parlato con monsignor Luigi Renzo, vescovo di Mileto – Nicotera – Tropea, e, prima ancora, con padre Michele Cordiano, suo padre spirituale, della Fondazione Cuore Immacolato di Maria di Paravati. A confermarlo è lo stesso padre Michele: “Natuzza disse che la Sacra Sindone è l’originale lenzuolo funebre di Gesù”, ed ancora il vescovo di Mileto che ha riferito la notizia nel corso di un intervento per la presentazione del volume di Luciano Regolo su Natuzza. Ecco le testuali parole del vescovo Renzo: “a Natuzza è stato posto il problema, ma è vera o non è vera la Sindone? – Lei ha risposto così: la Sindone è veramente il lenzuolo che ha avvolto Gesù il Venerdì Santo, ma la scienza non riuscirà mai a provarlo“. Una risposta chiara e forte che certamente Natuzza Evolo non avrà esternato per semplice parere personale. Le sue comunicazioni rimandano, infatti, ai ben noti colloqui mistici che aveva direttamente con Gesù, con gli angeli e con la Madonna. Quindi per “Natuzza” la scienza non riuscirà mai a dimostrare l’originalità storica della Sindone legata alla morte di Gesù. La Sindone, il lenzuolo funerario esposto a Torino ha una sua storia documentata solo da un certo periodo, dalla data della sua “apparizione pubblica”, nella metà del XIV secolo. Ma sulla sua origine e sulla sua storia precedente gli stessi storici entrano in crisi. A questo punto non vi è assolutamente accordo sulla sua precisa antichità. Con l’elaborata tecnica del Carbonio 14, quella utilizzata in ambito archeologico, è stata eseguita nel 1988 la datazione così detta “radiometrica del C14”. I risultati sono stati negativi. Da queste indagini la datazione della realizzazione del lenzuolo risulta compresa tra il 1260 e il 1390. Secondo altri studiosi la Sindone di Torino risalirebbe alla Palestina del I secolo; gode inoltre di molto credito tra di essi l’ipotesi che essa sia da identificare con il mandylion o “Immagine di Edessa”. Secondo i racconti dei vangeli, dopo la morte di Gesù, il suo corpo fu deposto dalla croce, avvolto in un lenzuolo (sindone) con bende e deposto nel sepolcro. Luca e Giovanni menzionano i tessuti funebri anche dopo la risurrezione. Della sindone evangelica non viene fornita alcuna descrizione circa dimensioni, forma, materiale; viene però indicato che fu utilizzato un telo per il corpo e un fazzoletto (sudario), separato, per la testa. È ipotizzabile che il telo e il sudario siano stati conservati dalla primitiva comunità cristiana, vi sono indizi in questo senso in alcuni documenti antichi, e tenuti nascosti a causa delle persecuzioni e delle credenze giudaiche che ritenevano impuri gli oggetti venuti a contatto con un cadavere. Coloro che sostengono la corrispondenza tra Mandylion e Sindone spiegano la contraddizione tra le dimensioni del primo (un fazzoletto) e della seconda (un sudario) ipotizzando che quest’ultima fosse tenuta ripiegata e chiusa in un reliquiario con un’apertura che mostrava soltanto il volto. Nel 1353 Goffredo di Charny, primo possessore ufficiale della reliquia, donò la Sindone al capitolo dei canonici della collegiata di Lirey, che egli aveva fondato; la prima ostensione pubblica avvenne, pare, nel 1357. Nel 1415 una discendente di Goffredo, si riappropriò del lenzuolo e nel 1453 la vendette ai duchi di Savoia. Questi la conservarono a Chambéry dove sopravvisse ad un incendio che la danneggiò in diversi punti. Nel 1578 venne portata a Torino, dove nel frattempo i Savoia avevano trasferito la loro capitale e da allora vi rimase ininterrottamente fino al giorno d’oggi. Nel 1898 venne fotografata per la prima volta: in quell’occasione si scoprì che l’immagine impressa sul lenzuolo presentava le caratteristiche di un negativo fotografico. Nel 1983 Umberto II di Savoia, ultimo re d’Italia, morendo la lasciò in eredità al Papa che ne delegò la custodia all’Arcivescovo di Torino. La Sindone è un lenzuolo di lino di colore giallo ocra, di forma rettangolare e dimensioni di circa 442×113 cm. È cucito su un telo di supporto, pure di lino, delle stesse dimensioni. Il lenzuolo è tessuto a mano con trama a spina di pesce. Sono chiaramente visibili sulla Sindone i danni provocati da alcuni eventi storici, i più vistosi sono le bruciature causate dall’incendio nel 1532.


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Natuzza Evolo il miracolo di una vita

Il volume di Luciano Regolo verrà presentato a Paravati di Mileto (venerdì 9 aprile), a Vibo Valentia (sabato 10 aprile), a Lamezia Terme (domenica 11 aprile) e a Guardia Piemontese (il 12 aprile)

di Franco Vallone

natuzza evolo, il miracolo di una vita - Copertina del volume di Luciano Regolo

Storia…! si, Natuzza Evolo è già storia. La dolce storia di una semplice donna di Calabria che, senza volerlo, è diventata la Natuzza mistica, la più grande mistica cattolica contemporanea, dei nostri tempi. Scomparsa dallo scorso primo novembre, festa di Ognissanti, Natuzza adesso riposa nella sua Paravati di sempre ed è proprio in questo piccolo paese, frazione di Mileto e in provincia di Vibo Valentia, che Luciano Regolo, giornalista e scrittore di grande esperienza, aprirà un ciclo di presentazioni del suo libro, appena uscito in libreria, dal titolo “Natuzza Evolo il miracolo di una vita”. Il volume, edito da Mondadori per la collana Ingrandimenti, è introdotto da monsignor Giovanni D’Ercole altro personaggio che ha conosciuto personalmente Natuzza. Questo libro è la prima importante biografia, scrupolosa, completa, riconosciuta, di “mamma Natuzza”, come amavano e amano chiamarla i suoi tanti seguaci in tutto il mondo. Per molti anni Natuzza Evolo ha richiamato, con il suo carisma, milioni di fedeli e migliaia e migliaia sono le persone di tutto il mondo venute a Paravati per incontrarla, per avere indicazioni sulle proprie malattie e sui disagi interiori, per avere notizie sui e dai propri defunti, o semplicemente per avere un semplice contatto visivo con lei, vederla, toccare le sue mani, sventolare un fazzoletto, o partecipare semplicemente ad uno dei suoi tanti raduni di fede e di preghiera. Oggi a Paravati, questo piccolo paese dove Natuzza era nata nel 1924, tutto sembra storia e passato ma, nel contempo, ci si rende conto di una tranquilla e serena continuità, della costante presenza, in ogni cosa ed ogni luogo, della Mistica, che ha soltanto cambiato dimensione e che oggi che non c’è più fisicamente si percepisce come essere umano, vivo “al di sopra” della storia. Luciano Regolo conosceva bene Natuzza, l’aveva incontrata quasi trent’anni fa per la prima volta, l’ultima poco tempo prima che lei morisse. Su Natuzza Evolo si è scritto molto, tante sono le parole che le sono state indirizzate prima e dopo la sua morte. Parole forti come quando si sentì quel collettivo “Santa subito!”, tanto forte e prorompente da fare il giro del mondo intero. Due semplici parole, un’invocazione di migliaia di voci diverse della folla, l’indimenticabile immensa folla sotto la pioggia e gli ombrelli colorati, radunata per i funerali di Natuzza Evolo lo scorso novembre, davanti alla grande chiesa ancora in costruzione. E in attesa che la Chiesa concluda il suo rigido e indispensabile percorso di valutazione, rimane certo che si è trattato di una persona davvero straordinaria, estremamente affascinante, unica ma chiaramente accomunabile ad altre figure eccezionali, una su tutte Padre Pio. Con il frate di Pietralcina Natuzza Evolo ha condiviso le iniziali difficoltà e le incomprensioni col mondo ufficiale, contrapposte a un immenso affetto popolare. Ma anche carismi come le stigmate e le emografie, la bilocazione, la preveggenza e le guarigioni inspiegabili, le grazie, i tanti benefici e gli altri mille piccoli grandi miracoli. Nelle centottanta pagine del libro, lo scrittore raccoglie non solo gli aspetti più incredibili riguardanti la mistica, ma anche la sua dimensione domestica, attraverso le inedite testimonianze dei cinque figli. “I fenomeni più eclatanti legati a Natuzza erano le stigmate che comparivano sui polsi, ai piedi e nel costato durante la settimana santa – racconta Regolo – Poi le emografie. Comparivano scritte o disegni di sangue sulla biancheria di Natuzza o sui fazzoletti con cui si asciugava la fronte. E Natuzza aveva continuamente visioni di Gesù, della Madonna, degli angeli. Natuzza era tante cose. Un mistero, ma anche una donna reale, una mamma affettuosa, ricca di umorismo. Attorno a lei si verificavano prodigi, ma ciò che colpiva di più era l’umiltà e la dedizione verso chi aveva bisogno”. Ora, a soli sei mesi dalla scomparsa di Natuzza Evolo, l’iter per la sua beatificazione è già iniziato e padre Michele Cordiano chiede a chi ha conosciuto Natuzza di iniziare a raccogliere ricordi e testimonianze con questo vero e proprio appello mondiale: “La testimonianza, l’esempio, la preghiera di mamma Natuzza per tutti i suoi figli spirituali siano messaggio da custodire, per metterlo sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. L’Archivio della Fondazione vuole offrire questo servizio alla memoria ecclesiale, raccogliendo scritti, foto, video, attestazioni, testimonianze, eventuali certificati medici di guarigione. Il tutto sottoscritto dalle persone interessate, che allegheranno una foto e tutti i dati per essere contattati. Alimentiamo questa corrente di luce, attingendo alla lampada viva accesa da Gesù Risorto. Indirizzare in busta chiusa a Padre Michele Cordiano presso la Fondazione • Via Umberto I, 153 • 89852 Paravati (VV)“. Intanto oggi, venerdì 9 aprile, alle ore 19.00, presso l’Auditorium della Fondazione Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime di Paravati prima presentazione del volume alla presenza dell’autore. Gli incontri di presentazione seguiranno poi domani, sabato 10 aprile, alle ore 18.00, presso l’Auditorium del Sistema Bibliotecario di Vibo Valentia, l’11 Aprile a Lamezia Terme presso la Chiesa del Rosario, sempre alle ore 18.00, e il 12 aprile in provincia di Cosenza a Guardia Piemontese. Ricordiamo infine che l’autore del volume, Luciano Regolo, ha voluto cedere tutti i diritti dell’opera alla Fondazione e il ricavato del libro sarà devoluto per la costruzione della chiesa “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime” di Paravati.

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Scheda Volume

Autore: Luciano Regolo
Titolo: Natuzza Evolo. Il miracolo di una vita
Editore: Mondadori
Collana: Ingrandimenti
Prezzo: € 16,00
Pagine: 180
In libreria: aprile 2010

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