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La scomparsa a Briatico di Alfonso Prostamo

di Franco Vallone

Alfonso Prostrano
Alfonso Prostamo

Si chiamava Alfonso Prostamo ed era, ormai da tempo, la vera memoria storica del mare di Briatico, e di quella marineria costituita da pescatori che detenevano gli antichi saperi dei mestieri del mare.

I Prostamo, assieme agli Accorinti, sono stati infatti i componenti delle famiglie più antiche legate al mondo del mare a Briatico.

Alfonso Prostamo, 85 anni, era il pescatore dal basco blu che amava raccontare delle sue avventure di mare, delle tante tempeste affrontate, di tropine e trombe marine, di abbondanti pescati ma anche di rientri a terra, con la sua barca di legno, con poco o niente del tutto.

Alfonso aveva affrontato il mare sin da piccolo, lo amava e lo rispettava da sempre ed adesso che sul mare non ci andava più da tempo, lo guardava da lontano, con nostalgia, come un vecchio amico, come una persona che si conosce profondamente. Prostamo ancora adesso ricordava lucidamente ogni centimetro di quanto solcato sull’acqua nella sua vita, conosceva segreti di scogli appena sommersi, dei fondali più pescosi, di relitti insidiosi per le reti e dragare, delle secche e delle fosse più profonde.

Conosceva l’antica toponomastica, i punti di riferimento a terra, le stelle e i segni premonitori della meteorologia popolare, aveva una mappa memorica di tutto il mare antistante la costa vibonese, da Pizzo a Tropea e oltre. Amava raccontare, tramandare, vivere attraverso il ricordo ma anche dare dei consigli ai più giovani pescatori del paese. Era l’ultimo baluardo dell’antica marineria briaticese Alfonso Prostamo. Un uomo di mare completo che utilizzava con maestria tutte le tipologie e tecniche di pesca. Ma Alfonso è stato anche grande uomo sulla terra, umile e buono, cristiano e devoto, amico di tutti, sempre. Nonno della bella Laura Prostamo, terza classificata a Miss Italia e oggi attrice, papà di Giuseppina, autrice di “Papaveri e ginestre” che racconta e racconterà, nelle pagine dei suoi libri, anche quanto tramandato dal padre e dal nonno Domenico, pure lui marinaio, storico superstite della ciurma dell’antica palamatara di Pizzo.

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