{"id":5146,"date":"2014-05-05T17:31:15","date_gmt":"2014-05-05T15:31:15","guid":{"rendered":"http:\/\/www.almcalabria.org\/?p=5146"},"modified":"2014-05-11T08:55:32","modified_gmt":"2014-05-11T06:55:32","slug":"liberi-di-disinformare","status":"publish","type":"post","link":"http:\/\/www.almcalabria.org\/?p=5146","title":{"rendered":"Liberi di disinformare"},"content":{"rendered":"

Il regime e la par condicio<\/span><\/p>\n

a cura di Giuseppe Candido<\/span><\/strong><\/p>\n

Con il termine Par condicio<\/i><\/span><\/span><\/strong> si intende quel complesso di norme<\/a> che dovrebbero regolare la comunicazione politica e la parit\u00e0 di accesso ai mezzi di informazione. In particolare, il <\/span><\/span>testo unico della radiotelevisione, individua\u00a0<\/span><\/span>come<\/span><\/span><\/span><\/p>\n

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\u201c<\/span><\/span>Princ\u00ecpi fondamentali del sistema radiotelevisivo la garanzia della libert\u00e0 e del pluralismo dei mezzi di comunicazione radiotelevisiva, la tutela della libert\u00e0 di espressione di ogni individuo, inclusa la libert\u00e0 di opinione e quella di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza limiti di frontiere, l’obiettivit\u00e0, la completezza, la lealt\u00e0 e l’imparzialit\u00e0 dell’informazione, l’apertura alle diverse opinioni e tendenze politiche, sociali, culturali e religiose e la salvaguardia delle diversit\u00e0 etniche e del patrimonio culturale, artistico e ambientale, a livello nazionale e locale, nel rispetto delle libert\u00e0 e dei diritti, in particolare della dignit\u00e0 della persona, della promozione e tutela del benessere, della salute e dell’armonico sviluppo fisico, psichico e morale del minore, garantiti dalla Costituzione, dal diritto comunitario, dalle norme internazionali vigenti nell’ordinamento italiano e dalle leggi statali e regionali1<\/sup><\/a>\u201d.<\/span><\/span><\/span><\/span><\/p>\n<\/blockquote>\n

Tra i Princ\u00ecpi generali in materia di informazione e di ulteriori compiti del servizio pubblico nel settore radiotelevisivo, all’articolo 7, comma 2 lettera c., esplicitamente si prevede per legge che <\/span><\/span><\/span><\/span><\/p>\n

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\u201cl’accesso di tutti i soggetti politici alle trasmissioni di informazione e di propaganda elettorale e politica in condizioni di<\/strong> <\/span>parit\u00e0 di trattamento e di imparzialit\u00e0<\/b><\/span>, nelle forme e secondo le modalit\u00e0 indicate dalla legge\u201d. <\/span><\/span><\/span><\/span><\/p>\n<\/blockquote>\n

E se ci\u00f2 non bastasse, nella legge n\u00b028 del 22 febbraio del 2000<\/strong> recante specifiche \u201cDisposizioni per la parit\u00e0 di accesso ai mezzi di informazione durante le campagne elettorali e referendarie e per la comunicazione politica\u201d, al primo comma del secondo articolo, testualmente si legge che:<\/span><\/span><\/span><\/span><\/p>\n

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\u201cLe emittenti radiotelevisive devono assicurare a tutti i soggetti politici con imparzialit\u00e0 ed equit\u00e0 l’accesso all’informazione e alla comunicazione politica\u201d. <\/span><\/span><\/span><\/span><\/p>\n<\/blockquote>\n

Aggiungendo al terzo comma dello stesso articolo che dovrebbe essere garantita parit\u00e0 di condizioni\u00a0<\/strong>(il condizionale lo mettiamo noi), perch\u00e9 nel dispositivo si legge che:<\/strong><\/span><\/span><\/span><\/span><\/p>\n

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\u201cE’ garantita parit\u00e0 di condizioni nell’esposizione di opinioni e posizioni politiche<\/strong> nelle tribune politiche<\/strong>, nei dibattiti<\/strong>, nelle tavole<\/strong> rotonde<\/strong>, nelle presentazioni in contraddittorio di programmi politici<\/strong>, nei confronti, nelle interviste e in ogni altra trasmissione nella quale assuma carattere rilevante l’esposizione di opinioni e valutazioni politiche\u201d.<\/span><\/span><\/span><\/span><\/p>\n<\/blockquote>\n

In pratica, la legge dovrebbe consentire parit\u00e0 d’accesso a tutte le forze politiche. A garanzia di tutto ci\u00f2 ci sarebbe, appunto, l’Autorit\u00e0 per le Garanzie nelle Comunicazioni<\/a> (AGCom). Anche qui, per\u00f2, il condizionale \u00e8 obbligo.<\/span><\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Perch\u00e9 se questo \u00e8 il diritto, il fatto \u00e8 un altro. <\/span><\/span><\/span><\/span><\/p>\n

La disparit\u00e0 di accesso al sistema radiotelevisivo italiota \u00e8 ormai palese anche ai profani. Abbiamo gi\u00e0 scritto che senza informazione non c’\u00e8 democrazia<\/a><\/span><\/span><\/span><\/span><\/strong><\/p>\n

Basta guardare i dati impietosi pubblicati dal Centro di Ascolto del sistema Radiotelevisivo italiano<\/strong> diretto da Gianni Betto<\/strong> e che, fino a qualche tempo fa, faceva consulenza alla stessa Autorit\u00e0 per le Garanzie nelle comunicazioni. I dati tengono conto non del solo minutaggio, ma del totale degli ascolti consentiti alle diverse forze politiche. <\/span><\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Perch\u00e9, come fa notare lo stesso Gianni Betto, un conto \u00e8 andare in TV per due minuti alle due di notte, un conto \u00e8 andarci, sempre due minuti, ma nell’edizione di pranzo o delle 20.00, che tutti guardano.<\/span><\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Se diamo un occhiata alla classifica degli ascolti consentiti<\/a> alle varie forze politiche, non solo ci accorgiamo della disparit\u00e0 di trattamento tra le diverse forze politiche, ma ci si rende conto numericamente, tecnicamente, dell’attuale overdose che gli italiani stanno subendo dal turbo premier Matteo Renzi che ci entra in casa impegnato nel tirare la volata per il prossimo 25 maggio<\/strong>.<\/span><\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Quotidianamente ci bombarda di presenze<\/strong> e, quando non c’\u00e8 lui direttamente, c’\u00e8 qualche ministro del suo partito che fa vedere al Paese come e quanto questo nuovo PD di governo sappia fare.<\/span><\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Nel periodo tra il primo e il 29 aprile 2014<\/strong>, al vertice della classifica delle 20 forze politiche presenti nei TG c’\u00e9 proprio il <\/span>PD, con 556milioni di ascolti consentiti<\/b><\/span>, pari al 18% dei 3 miliardi e 92milioni di ascolti consentiti totali. <\/span><\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Segue <\/span>il governo<\/b><\/span> che, nel complesso tra ministri e sottosegretari, nello stesso periodo, ha avuto <\/span>497milioni di ascolti consentiti, pari al 16,1% del totale<\/b><\/span>. <\/span><\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Il Movimento 5 Stelle<\/b><\/span> che non pu\u00f2 certo lamentarsi \u00e8 al terzo posto, dopo PD e Governo, con ben <\/span>463milioni di ascolti consentiti (15,0%);<\/b><\/span> segue Forza Italia, talora erroneamente indicata ancora come PDL, <\/span>con 452milioni<\/b><\/span> di ascolti consentiti nello stesso periodo e pari al <\/span>14,6% del totale<\/b><\/span>. <\/span><\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Al 5\u00b0 posto rispunta Matteo Renzi che, come Presidente del Consiglio, per fare le sue promesse futuribili oltrech\u00e9 per le azioni di governo realmente realizzate, gli sono stati consentiti ben 215milioni di ascolti, pari al 7% del totale. <\/span><\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Bisogna scendere fino al 16\u00b0 posto della classifica per trovare i Radicali italiani a cui sono stati consentiti, nello stesso periodo, 26milioni di ascolti, pari allo 0,9% del totale degli ascolti consentiti nei TG del servizio pubblico alle diverse forze politiche. Erano al 20\u00b0 posto sino a qulche giorno fa con soli 4 milioni di ascolti, ma hanno recuperato un po’ solo dopo che Marco Pannella \u00e8 stato operato alla aorta addominale ed ha ricevuto la telefonata di Papa Francesco.<\/span><\/span><\/span><\/span><\/p>\n

I dati del Centro d’Ascolto non sono poi cos\u00ec diversi da quelli sul pluralismo radiotelevisivo<\/a> forniti dall’Osservatorio dell’informazione radiotelevisiva di Pavia che sono utilizzati dall’AGCom<\/a>–<\/span><\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Emma Bonino, gli italiani hanno dimenticato chi sia. E cos\u00ec si spiega come ha fatto a prendere solo 41 preferenze, quando da ministro nel Governo presieduto da Enrico Letta, \u00e8 stata candidata alle regionali in Lucania. Il regime degli ascolti democratici, potremmo chiamarlo ironicamente. <\/span><\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Sappiamo bene quanto questi ascolti poi si rifletteranno sul risultato elettorale. Con i dati sugli ascolti consentiti agli italiani per le diverse forze politiche, si possono tranquillamente fare delle attente ed oculate previsioni sui risultati, migliori di quelle fatte generalmente coi sondaggi tradizionali che intervistano un migliaio di persone o poco pi\u00f9. Potrebbe essere un suggerimento alle societ\u00e0 dei sondaggi che, abbiamo avuto esperienza, non sempre ci azzeccano con le loro telefonate a campioni di mille persone, irrisorio rispetto agli aventi diritto al voto.<\/span><\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Gi\u00e0 in passato il Centro d’Ascolto ha dimostrato la strettissima correlazione, quasi scientifica, esistente tra presenze televisive e risultato elettorale: pi\u00f9 un partito ha la possibilit\u00e0 di farsi conoscere ai cittadini pi\u00f9 questo avr\u00e0 la garanzia del risultato elettorale.<\/span><\/span><\/span><\/span><\/p>\n

\u00c8 vero: la presenza in TV non basta per prendere voti, ma \u00e8 altrettanto vero che\u00a0\u2013 come giustamente nota Gianni Betto sul blog del Centro d’Ascolto – \u201cse non si \u00e8 presenti in Tv, si \u00e8 sconosciuti al cittadino e questi non ha modo di conoscere, valutare, scegliere e meno che mai votare”<\/strong>.<\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Questo \u00e8 regime.<\/strong> Un sistema dell’informazione di regime dove, lottizzato com’\u00e8 dai partiti proprio nell’ottica di garantire il pluralismo, il pluralismo non si sa pi\u00f9 che cosa sia. <\/span><\/span><\/span><\/span><\/p>\n

\u00c8 questa la \u201c<\/span>parit\u00e0 di trattamento e di imparzialit\u00e0\u201d che la Rai garantisce nei TG ai suoi utenti, nonostante li obblighi a pagare il canone propri in quanto servizio pubblico utile a garantire pluralismo. <\/span>Per non parlare, poi, delle trasmissioni dei Santoro e dei vari Ballar\u00f2: c’avete mai visto un Radicale?<\/span><\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Tranquillamente possiamo affermare che il sistema radiotelevisivo italiano cos\u00ec come \u00e8 concepito non soltanto non informa in modo pluralistico su tutti i soggetti in campo, ma \u00e8 in grado di formare le opinioni<\/strong>. Non stranitevi, quindi, se i Verdi Europei in cui \u00e8 candidato Angelo Bonelli non faranno il quorum.<\/span><\/span><\/span><\/span><\/p>\n

http:\/\/blog.centrodiascolto.it\/content\/tempo-di-parola-e-ascolti-nei-telegiornali-rai-del-periodo-1-29-aprile-2014<\/span><\/a><\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Ascolti sui tempi di parola nei TG dal 1 al 20 aprile 2014, fonte Centro d’Ascolto<\/span><\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Note:<\/span><\/strong><\/p>\n

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1<\/a>Articolo 3 comma 1, D.Lgs. 31 luglio 2005, n.177 \u2013 GU n\u00b0208 del 7\/9\/2005<\/span><\/span><\/span><\/span><\/p>\n<\/div>\n

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Ultime dati dal Centro d’Ascolto dell’informazione radiotelevisiva<\/div>\n
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