{"id":5784,"date":"2014-05-23T22:12:19","date_gmt":"2014-05-23T20:12:19","guid":{"rendered":"http:\/\/www.almcalabria.org\/?p=5784"},"modified":"2014-05-24T07:02:08","modified_gmt":"2014-05-24T05:02:08","slug":"sentieri-nei-siti-inquinati-si-muore-e-ci-si-ammala-di-piu-e-a-crotone","status":"publish","type":"post","link":"http:\/\/www.almcalabria.org\/?p=5784","title":{"rendered":"SENTIERI, nei siti inquinati si muore e ci si ammala di pi\u00f9. E a Crotone?"},"content":{"rendered":"

Mortalit\u00e0, incidenza oncologica e ricoveri ospedalieri.\u00a0Aumentano i tumori da amianto e le patologie legate al rischio chimico nei siti inquinati.\u00a0<\/i><\/span>Evidente<\/strong> la gravit\u00e0 dell\u2019esposizione ad amianto subita dalle popolazioni residenti.<\/i><\/p>\n

\"Copertina<\/a>
Copertina del Rapporto SENTIERI<\/figcaption><\/figure>\n

Per\u00a0i siti inquinati di interesse nazionale<\/em>\u00a0(SIN), ma anche per\u00a0i tantissimi siti inquinati ma non inseriti nelle competenze del Ministero dell’ambiente, occorrerebbe adottare quel sacrosanto\u00a0principio di precauzione<\/a> e non aspettare la conferma scientifica di\u00a0una correlazione diretta \u00a0tra inquinanti e aumento dei tumori. Ma andiamo con ordine. …Aggiungiamo che servirebbe un’anagrafe pubblica dei siti inquinati e l’istituzione di un semplice registro delle cause di morte per cominciare a fare due conti anche in Calabria.<\/strong><\/p>\n

Lo Studio\u00a0Sentieri 2014<\/strong> – che, in pratica, \u00e8 un aggiornamento del precedente – \u00e8 stato reso disponibile\u00a0on line su\u00a0la rivista scientifica\u00a0Epidemiologia & Prevenzione<\/em><\/strong><\/a>\u00a0– numero 38 di Marzo-Aprile 2014<\/strong> – e rivela chiaramente<\/strong> che, nei siti inquinati di interesse nazionale per le bonifiche da sostanze pericolose come amianto e altri veleni, ci si ammala e si muore di pi\u00f9 che altrove!<\/strong><\/p>\n


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Il RIASSUNTO<\/strong><\/span><\/span><\/span><\/p>\n

(dal rapporto Sentieri<\/em> – Abstract a cura del gruppo di lavoro Sentieri)<\/span><\/span><\/span><\/p>\n

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\u00a0 \u00a0 L\u2019Istituto superiore di sanit\u00e0<\/strong> (ISS), in collabora<\/span>zione con una rete di istituzioni scientifiche italiane operanti a livello nazionale e regionale e con il Centro europeo Ambiente e salute dell\u2019OMS, ha ideato il Progetto SENTIERI (Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e Insediamenti Esposti a Rischio da Inquinamento) i cui obiettivi, metodi e primi risultati sono stati pubblicati nel 2010 e 2011 su Epidemiologia & Prevenzione<\/i>. Nel corso del 2013, alcuni risultati del Progetto SENTIERI sono stati pubblicati nella letteratura scientifica internazionale, e contestualmente l\u2019\u00abapproccio SENTIERI\u00bb \u00e8 stato incluso fra quelli ritenuti validi dall\u2019OMS per condurre una prima caratterizzazione dello stato di salute dei residenti nei siti contaminati.<\/p>\n

Obiettivo<\/strong> del presente supplemento \u00e8 fornire, per i 18 siti di interesse nazionale per le bonifiche (SIN) inclusi nel Progetto SENTIERI e serviti dalla rete AIRTUM dei Registri tumori, un\u2019estensione dello studio di mortalit\u00e0 aggiornato al 2010, l\u2019analisi dell\u2019incidenza oncologica relativa al 1996-2005 in 17 SIN e una prima analisi dei dati di ospedalizzazione relativi al 2005-2010. Questi tre esiti sanitari \u2013 mortalit\u00e0, incidenza tumorale e ospedalizzazione \u2013 sono stati studiati attraverso metodi omogenei applicati a fonti informative certificate, rispettivamente Istat, AIRTUM e Ministero della salute.<\/p>\n

I risultati<\/strong> sono commentati riguardo agli aspetti di validit\u00e0 del disegno e della metodologia adottata; sono inoltre esaminati il tema dell\u2019inferenza causale, il ruolo delle valutazioni a priori<\/i>, nello specifico dei risultati dell\u2019impatto sanitario nei SIN, le principali implicazioni di sanit\u00e0 pubblica e le priorit\u00e0 per la ricerca scientifica. Sono presentate anche proposte di approfondimenti su questioni di rilievo in termini di sanit\u00e0 pubblica e di ricerca scientifica. (…)<\/p>\n

(…) Tra i 18 SIN analizzati<\/b> alcuni sono caratterizzati da un\u2019unica fonte di esposizione ambientale e un unico inquinante (per esempio Biancavilla, fluoro-edenite) ma, nella maggior parte dei casi, si \u00e8 in presenza di molteplici ed eterogenee sorgenti emissive. Per questo la presenza di una evidenza <\/span>a priori <\/i><\/span>di associazione con le fonti di emissione\/rilascio del SIN, come definita nell\u2019ambito di SENTIERI, \u00e8 di aiuto nel riferire il profilo di salute della popolazione residente a specifiche esposizioni ambientali. Questa coerenza con l\u2019evidenza <\/span>a priori <\/i><\/span>\u00e8 presente in diversi casi: per esempio, nel SIN Fidenza per il tumore dello stomaco (eccesso di incidenza in entrambi i generi); nel SIN Laguna di Grado e Marano per il tumore dello stomaco (eccessi di mortalit\u00e0, incidenza e ricoverati tra le donne); nei SIN di Brescia-Caffaro, Milazzo, Terni Papigno con eccessi di ricoverati per le malattie respiratorie in entrambi i generi; nel SIN di Brescia-Caffaro con eccessi di incidenza (uomini) e di ricoverati (uomini e donne) per linfomi non-Hodgkin, per melanoma (incidenza e ricoveri, entrambi i generi) e tumore della mammella (incidenza e ricoveri, donne).<\/span><\/p>\n

I risultati relativi a singole patologie<\/strong> con agente eziologico pressoch\u00e9 unico, per esempio le fibre asbestiformi, sono di agevole commento. Il mesotelioma della pleura e il tumore maligno della pleura, suo proxy, mostrano incrementi nei SIN di Biancavilla, dove \u00e8 presente la fibra asbestiforme fluoro-edenite, e Priolo, dove l\u2019asbesto \u00e8 presente insieme ad altri contaminanti ambientali.<\/strong><\/p>\n

Si osservano aumenti anche nei SIN con aree portuali<\/strong> (es: Trieste, Taranto, Venezia e Porto Torres) e con attivit\u00e0 industriali a prevalente vocazione chimica (Cogoleto- Stoppani, Laguna di Grado e Marano, Priolo, Venezia) e side- rurgica (Taranto, Terni, Trieste).<\/p>\n

Pi\u00f9 complesso<\/strong> \u00e8 commentare incrementi per patologie con eziologia multifattoriale in siti industriali con sorgenti emissive molteplici ed eterogenee, come per esempio il tumore del polmone e le malattie respiratorie. Esistono casi pi\u00f9 articolati nei quali i risultati nelle tre basi di dati e\/o nei due generi non sono allineati: per il tumore del polmone a Venezia, per esempio, mortalit\u00e0 e ricoverati sono aumentati solo tra gli uomini; in queste circostanze, per una adeguata discussione dei risultati \u00e8 necessario considerare alcuni fattori come l\u2019appropriatezza dell\u2019esito in eccesso, tenendo anche conto della latenza e della durata del periodo dell\u2019osservazione.<\/p>\n

Altri risultati<\/strong> di interesse riguardano le patologie del sistema urinario (insufficienze renali nei SIN Basso bacino del fiume Chienti, Taranto, Milazzo, Priolo) e le malattie neurologiche (nei SIN di Trento Nord, Laguna di Grado e Marano, Basso bacino del fiume Chienti). (…)<\/p>\n

Elemento di novit\u00e0<\/strong> delle analisi qui presentate \u00e8 l\u2019utilizzo dell\u2019incidenza oncologica e dei ricoverati, esiti informativi anche per patologie ad alta sopravvivenza come il tumore della tiroide, per il quale in alcuni SIN (Brescia-Caffaro, Laghi di Mantova, Milazzo, Sassuolo-Scandiano, Taranto) sono presenti incrementi in entrambi i generi in ambedue le basi di dati. Sempre grazie alle analisi dell\u2019incidenza oncologica e dei ricoverati, a Brescia-Caffaro sono stati osservati eccessi per le sedi tumorali che la valutazione della IARC del 2013 associa certa- mente (melanoma) o probabilmente (tumore della mammella e per i linfomi non-Hodgkin) con i PCB (policlorobifenili), principale contaminante nel sito.<\/span><\/p>\n

Nello studio dell\u2019impatto sanitario<\/strong> dei siti contaminati i risultati possono essere sintetizzati per identificare priorit\u00e0 generali per azioni di sanit\u00e0 pubblica. Nel presente supplemento viene presentato, a titolo di esempio metodologico, il profilo di rischio dei residenti nei 17 SIN nei quali \u00e8 attivo un registro tumori aderente alla collaborazione scientifica ISS-AIRTUM.<\/p>\n

La conclusione principale<\/strong> di quest\u2019analisi \u00e8 che le graduatorie mostrano una grande sovrapposizione dei limiti di credibilit\u00e0 dei ranghi di ciascuna unit\u00e0 classificata, rivelando una grande omogeneit\u00e0 tra i SIN<\/strong>: ci\u00f2 significa che non \u00e8 possibile definire poche sedi tumorali o pochi SIN come particolarmente compromessi. Pertanto, ogni SIN merita una trattazione a s\u00e9 e i 17 SIN non possono essere ordinati per gravit\u00e0 come profilo di incidenza tumorale<\/strong>. I ranghi marginali per malattia evidenziano la gravit\u00e0 dell\u2019esposizione ad amianto subita dalle popolazioni residenti nei 17 SIN, le graduatorie delle sedi tumorali per singolo SIN mostrano eccessi caratteristici, come esemplificato dai risultati per il SIN di Priolo. Alcuni tumori come i mesoteliomi, i tumori del fegato e del pancreas, emergono e richiedono in questo caso un\u2019attenzione particolare<\/strong>.<\/p>\n

In alcuni SIN lo studio SENTIERI<\/b>, seppure ecologico, fornisce dati sufficienti per non differire azioni di bonifica<\/b>. Lo stesso vale per siti pi\u00f9 complessi, come quello di Taranto, per i quali i risultati di SENTIERI e l\u2019insieme delle conoscenze disponibili attribuiscono un ruolo alle esposizioni ambientali e per i quali \u00e8 ora possibile prevedere procedure di valutazione integrata dell\u2019impatto ambientale e sanitario.<\/p>\n

Le caratteristiche metodologiche dello studio SENTIERI \u2013 in particolare l\u2019utilizzo di tre basi di dati a livello comunale e il di- segno di tipo geografico \u2013 non consentono, in linea generale, la formulazione di valutazioni causali ma, come sopra detto, l\u2019individuazione di indicazioni di possibile rilevanza eziologica da approfondire con studi mirati, senza che questo dilazioni l\u2019indifferibile risanamento ambientale<\/strong>.<\/p>\n<\/blockquote>\n

Allegati: RAPPORTO SENTIERI 2014<\/a><\/i><\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Nelle conclusioni dello studio<\/strong>, al paragrafo discussione (p.167) \u00e8 scritto testualmente che:<\/span><\/span><\/span><\/p>\n

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\u00a0 Ogni SIN merita una trattazione a s\u00e9<\/strong> e i 17 SIN non possono essere ordinati per gravit\u00e0 come profilo di incidenza tumorale. Si noti che questo rilievo sta a indicare quanto sia grave la compromissione dello stato di salute nelle aree a rischio italiane, tanto da impedire di stilare una graduatoria. <\/span>Tali risultati sono da ricondurre al fatto che i rischi (esposizioni ambientali) nei diversi SIN sono eterogenei e non hanno determinato un effetto generale su tutti i tipi di neoplasia. <\/i><\/span><\/span><\/p>\n

\u00a0 L\u2019impossibilit\u00e0 di definire graduatorie<\/strong> \u00e8 legata alle differenze tra SIN nei fenomeni di inquinamento, in termini sia qualitativi (tipologia di inquinanti) sia quantitativi, come pure per quanto riguarda i tempi di esposizione (l\u2019inizio di esposizione agli inquinanti e la finestra temporale di esposizione risultano molto variabili nei diversi SIN). Le graduatorie delle sedi tumorali per singolo SIN mostrano invece eccessi caratteristici, come esemplificato dai risultati per il SIN di Priolo sia negli uomini sia nelle donne. Alcune sedi tumorali come i mesoteliomi, i tumori del fegato e del pancreas emergono e richiedono in questo caso un\u2019attenzione particolare. <\/i><\/span><\/span><\/p>\n<\/blockquote>\n

E che:<\/span><\/span><\/p>\n

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\u2026 <\/span>Dai ranghi marginali per malattia appare in tutta la sua evidenza la gravit\u00e0 dell\u2019esposizione ad amianto subita dalle popolazioni residenti nei SIN.<\/i><\/span><\/span><\/strong><\/p>\n<\/blockquote>\n


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Se anche i dati sul SIN calabrese di Crotone<\/strong> non fanno parte dello studio Sentieri<\/em> sappiamo tutti qual’\u00e8 la situazione nella citt\u00e0 di Pitagora martoriata\u00a0da rifiuti e dai veleni industriali e politici dell’ex Pertusola e dell’ex Montedison. E le bonifiche stanno ancora all’anno zero. Una vera peste ecologica. E\u00a0bisognerebbe ricordare che esiste il Principio di Precauzione<\/a> che \u00e8 un principio riconosciuto dalla Corte europea dei diritti dell’Uomo<\/strong> (CEDU)<\/p>\n

\"SIN
SIN CROTONE<\/figcaption><\/figure>\n
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Di seguito – anche se auto citarsi \u00e8 poco corretto – riporto un tratto del volume in via di pubblicazione per i tipi di Non Mollare edizioni La peste ecologica<\/em> e il Caso Calabria<\/em><\/strong>, (Non Mollare edizioni) da me curato e nel quale molte notizie sono state rilevate dalla relazione territoriale della commissione parlamentare d’inchiesta sulle attivit\u00e0 illecite connesse al ciclo dei rifiuti in Calabria della XVI legislatura (Pecorella G. et. alii):<\/span><\/span><\/span><\/p>\n

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\"La<\/a>
La peste ecologica e il caso Calabria<\/figcaption><\/figure>\n

(…) A<\/span><\/span><\/span> Crotone nella procura giacciono oltre 2.000 le richieste di risarcimento danni procurati ai lavoratori dell\u2019ex Montedison dove l\u2019amianto in polvere, come vedremo, si utilizzava tranquillamente nelle lavorazioni fino al 1992 ed \u00e8 andato a finire un po\u2019 da per tutto. Si sa, \u00e8 assai volatile! E ancora: fosforo elementare stoccato sulle spiagge che, da solo per auto combustione, prendeva fuoco, e quelle strane scorie industriali che sono state utilizzate per costruirci di tutto, persino delle scuole. (…)<\/span><\/span><\/span><\/p>\n

(…) Persino l\u2019area marina protetta di Isola Capo di Rizzuto (KR). Una recente relazione del Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Scienze del Mare<\/i> (CoNISMa<\/i>), specificatamente redatta per l\u2019area marina protetta di Isola Capo Rizzuto, nell\u2019ambito di un piano di monitoraggio generale svolto d\u2019intesa con la regione Calabria, ha accertato che, nell\u2019area suddetta, \u00e8 presente \u201cun livello di arsenico molto elevato rispetto alla norma, escludendo, per\u00f2, che esso provenga dalle acque del mare\u201d. Come ha ribadito il dottor Dolcino Favi alla Commissione parlamentare d\u2019Inchiesta, secondo la tesi del CoNISMa, scientificamente dimostrata, \u201csi trattava di residui industriali degli stabilimenti dell\u2019ex Pertusola Sud<\/i> di Crotone e di altre industrie del crotonese \u2013 di cui si dir\u00e0 pi\u00f9 avanti \u2013 e che, attraverso le acque piovane, si erano infiltrati nelle falde acquifere e poi erano finiti nel mare, come si deduceva dal fatto che, man a mano, che si procedeva nelle acque marine, il livello di arsenico diminuiva, anzich\u00e9 aumentare1<\/sup><\/a><\/span><\/p>\n

(…)<\/p>\n

A causa di scelte politiche idiote del passato, che intendevano trasformare Crotone in un serbatoio clientelare di voti, i veleni industriali qui non mancano affatto e variano dalla ormai celebre scoria cubilot<\/i>, <\/i>derivante dalle scorie di lavorazioni della ferrite di zinco nello stabilimento della Pertusola Sud, utilizzata persino come inerte per costruire persino delle scuole, sino alla fibretta d\u2019amianto<\/i> in polvere, utilizzata nel ciclo industriale dell\u2019ex Montedison; alla fosforite della discarica dell\u2019ex Fosfotec<\/i> derivante dalla produzione industriale di fertilizzanti, smaltita in discariche non a norma o del tutto abusive; fosforite che, a contatto con l\u2019atmosfera, d\u00e0 luogo a fenomeni di combustione spontanea. Passeggiando sui rifiuti, scrisse qualcuno. Dimenticando, pero, la parola: \u201cpericolosi\u201d.\u00a0<\/span>(…)<\/p>\n

Il 5 maggio del 2012, Pino Greco, nella qualit\u00e0 di rappresentante dell\u2019associazione Fabbrikando l\u2019avvenire<\/i>, intervenendo al convegno \u201cAmianto, Killer da sconfiggere! Crotone un caso nazionale<\/em>\u201d, ha pubblicamente chiesto, per l\u2019ennesima volta, \u201cil risanamento della citt\u00e0 (di Crotone, ndr) che, – ha ricordato \u2013 \u00e8 entrata nel processo (costituendosi parte civile, ndr) per omicidio plurimo colposo aggravato da colpa cosciente e disastro ambientale<\/em>\u201d. <\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Tale processo, …, vede coinvolti 8 ex dirigenti degli stabilimenti dell\u2019ex Montedison, rischia di finire, come tanti altri, in prescrizione. <\/span><\/span>I casi individuati, come \u201ccerti\u201d, dai consulenti del pubblico ministero sono in tutto sette e riguardano cinque<\/span><\/span> dipendenti \u201cdiretti e indiretti\u201d dell\u2019ex Montedison e le mogli di altri due dipendenti, nel frattempo, tutti deceduti.<\/span><\/span>Ma tali casi accertati, per il procuratore della Repubblica, \u201crappresentano la punta dell\u2019<\/span><\/span>iceberg <\/i><\/span><\/span>rispetto a quello che non si \u00e8 potuto accertare per l\u2019insufficienza e\/o la carenza dei dati acquisiti\u201d.<\/span><\/span><\/span><\/p>\n

(…)\u00a0Per\u00f2, al 2013, le bonifiche non sono ancora arrivate e l\u2019elenco delle morti per mesotelioma a Crotone non si ferma: il 21 gennaio 2014, fa notizia la nuova inchiesta (bis) sulla <\/span><\/span>fibretta<\/i><\/span><\/span> killer, anche questa avviata dal Procuratore della Repubblica, Raffaele Mazzotta. Dopo il primo processo a gli otto dirigenti ex Montedison iniziato nel 2012 per le prime cinque morti il cuin nesso sarebbe \u201ccerto\u201d, anche per altri tre decessi sarebbe accertato il \u201cnesso di casualit\u00e0 con l\u2019attivit\u00e0 svolta nel reparto forno-fosforo\u201d. Sono ancora le otto persone \u2013 gli ex direttori dello stabilimento ex Montedison, ex responsabili ambientali e persino un ex responsabile sanitario dal \u201974 al \u201997, – che per la pubblica accusa, non potevano non essere a conoscenza della pericolosit\u00e0 di una sostanza come l\u2019amianto. Gli otto ex dirigenti, ormai tutti ultra settantenni, sono indagati, anche per questo secondo filone, per l\u2019accusa di omicidio colposo plurimo e disastro colposo poich\u00e9, secondo gli accertamenti del nucleo investigativo ambientale della procura, fino alla dismissione del reparto forno-fosforo avvenuta nel \u201992, avrebbero omesso di informare i lavoratori sui rischi derivanti dall\u2019inalazione delle polveri d\u2019amianto e su come prevenirle<\/strong>.<\/span><\/span><\/p>\n<\/blockquote>\n

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1<\/a>\u00a0Pecorella G et alii,\u00a0Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attivit\u00e0 illecite della XVI Leg., p. 74<\/p>\n<\/div>\n

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Di seguito riportiamo – per completezza – la recensione<\/em> del rapporto \u00abSentieri\u00bb pubblicato su QS<\/span>, QuotidianoSanit\u00e0.it<\/a> il <\/b>13 maggio 2014<\/b><\/p>\n

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Sentieri 2014.<\/strong> Il nuovo studio: aumentano i tumori da amianto e le patologie legate al rischio chimico nei siti inquinati<\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Si registra un “eccesso” di mortalit\u00e0, ricoveri e casi di tumore nei siti a rischio per l’inquinamento ambientale, mentre nei luoghi dove vi \u00e8 stata lavorazione dell’amianto aumentano i casi tumorali di mesotelioma pleurico polmonare. Ma non si tratta solo di tumori. Nel Sin Basso bacino del fiume Chienti sono emersi eccessi di insufficienze renali. Questi alcuni risultati dello studio.<\/b><\/i><\/span><\/span><\/span><\/p>\n

E\u2019 stato pubblicato il terzo Rapporto di Sentieri (Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e degli Insediamenti Esposti a Rischio da Inquinamento), il progetto finanziato dal Ministero della salute e coordinato dall\u2019Istituto superiore di sanit\u00e0 (Iss) che ha come obiettivo lo studio del rischio per la salute nei 44 siti di interesse nazionale per le bonifiche (Sin). Questo terzo volume, frutto della collaborazione tra Iss e Associazione italiana del registri tumori (Airtum), affianca allo studio della mortalit\u00e0 nei Sin, le analisi di due importanti parametri: i ricoveri ospedalieri e l\u2019incidenza dei tumori.\u2028\u2028<\/span><\/span><\/span><\/p>\n

La scelta<\/b> di analizzare l\u2019incidenza oncologica (nuovi casi\/anno) ha comportato la restrizione dell\u2019analisi a 18 dei Sin<\/b> inclusi nel Progetto Sentieri, quelli coperti dalla rete Airtum dei Registri tumori1<\/sup><\/a><\/b>. Va notato a questo proposito che uno studio precedente aveva documentato un eccesso di incidenza pari al 9% negli uomini e al 7% nelle donne nell\u2019insieme di 23 Sin (in questo caso si aggiungevano, per 6 Sin, i dati derivati dai registri tumori infantili che in Sentieri non sono stati utilizzati).\u2028\u2028”L\u2019analisi, in aggiunta alla mortalit\u00e0, dei dati riguardanti l\u2019incidenza oncologica e i ricoveri ospedalieri \u00e8 cruciale. Quando si ha a che fare con patologie ad alta sopravvivenza, infatti, lo studio della sola mortalit\u00e0 porterebbe a sottovalutarne l\u2019impatto effettivo”, si spiega nel rapporto. <\/span><\/span><\/span><\/p>\n

\u00c8 il caso<\/strong>, per esempio, del tumore della tiroide, per il quale in alcuni Sin sono stati rilevati incrementi in entrambi i generi per quanto riguarda sia l\u2019incidenza tumorale (Brescia-Caffaro: + 70% per gli uomini, +56% per le donne; Laghi di Mantova: +74%, +55%; Milazzo: +24%, +40%; Sassuolo-Scandiano: +46%, +30%; Taranto: +58%, +20%) sia i ricoveri ospedalieri (Brescia-Caffaro: + 79% per gli uomini, +71% per le donne; Laghi di Mantova: +84%, +91%; Milazzo: +55%, +24%; Sassuolo-Scandiano: +45%, +7%; Taranto: +45%, +32%).<\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Sempre grazie alle analisi dell\u2019incidenza oncologica e dei ricoverati, a Brescia-Caffaro sono stati osservati eccessi per quelle sedi tumorali che la valutazione della Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell\u2019Oms (Iarc) del 2013 associa certamente (melanoma) o probabilmente (tumore della mammella e per i linfomi non-Hodgkin) con i Pcb (policlorobifenili), principali contaminanti nel sito. L\u2019incidenza di melanoma infatti rivela un eccesso del 27% e del 19% tra gli uomini e le donne, rispettivamente, mentre i ricoveri ospedalieri per la medesima malattia fanno registrare un eccesso del 52% nel sesso maschile e del 39% in quello femminile.<\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Per i tumori della mammella<\/strong>, tra le donne si registra un eccesso del 25% per quanto riguarda l\u2019incidenza, del 15% per i ricoveri ospedalieri, mentre per i linfomi non-Hodgkin l\u2019aumento dell\u2019incidenza \u00e8 del 14% (uomini) e del 25% (donne), quello dei ricoveri ospedalieri \u00e8 intorno al 20% per entrambi i sessi (uomini: +19%, donne: +18%).<\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Una seconda novit\u00e0 introdotta in questo nuovo rapporto \u00e8 la presentazione del profilo di rischio oncologico per le popolazioni dei Sin il cui scopo \u00e8 identificare, tra le lunghe liste di rischi relativi fornite per ognuno dei siti, una sintesi dei risultati che sia utile per identificare priorit\u00e0 generali per azioni di sanit\u00e0 pubblica. Un primo risultato di questa analisi suggerisce che ogni Sin deve essere valutato separatamente. <\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Emerge tuttavia con forza la gravit\u00e0 della esposizione ad amianto subita dalle popolazioni residenti nei Sin e che risulta evidente, per gli uomini, dai dati relativi al mesotelioma.<\/strong> <\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Eccessi per mesotelioma e tumore maligno della pleura<\/strong> si registrano infatti nei Sin siciliani di Biancavilla (CT) e Priolo (SR), dove \u00e8 documentata la presenza di asbesto e fibre asbestiformi, ma anche nei Sin con aree portuali (es: Trieste, Taranto, Venezia) e con attivit\u00e0 industriali a prevalente vocazione chimica (Laguna di Grado e Marano, Priolo, Venezia) e siderurgica (Taranto, Terni, Trieste): un dato, questo, che conferma la diffusione dell\u2019amianto nei siti contaminati anche al di l\u00e0 di quelli riconosciuti tali in base alla presenza di cave d\u2019amianto e fabbriche di cemento-amianto.<\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Dall\u2019analisi del profilo di rischio oncologico risulta anche una maggiore incidenza di tumore del fegato in entrambi i generi riconducibile, in termini generali, a un diffuso rischio chimico nei Sin.<\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Ma non si tratta solo di tumori.<\/strong> Per esempio, nel Sin Basso bacino del fiume Chienti sono emersi eccessi per le patologie del sistema urinario, in particolare le insufficienze renali, che inducono a ipotizzare un ruolo causale dei solventi alogenati dell\u2019industria calzaturiera. Sempre per le patologie renali \u00e8 stato suggerito un approfondimento nel Sin di Taranto.<\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Nel Sin di Porto Torres (SS) si registrano eccessi in ambedue i sessi e per tutti gli esiti considerati (mortalit\u00e0, incidenza oncologica, ricoveri ospedalieri) per patologie come le malattie respiratorie e il tumore del polmone, per i quali si suggerisce un ruolo delle emissioni di raffinerie e poli petrolchimici; per le stesse patologie rilevate a Taranto \u00e8 stato suggerito un ruolo delle emissioni degli stabilimenti metallurgici.<\/span><\/span><\/span><\/p>\n

In generale, si osserva nello studio, i risultati di questo volume relativi a tre esiti differenti risultano, nel loro insieme, coerenti con le precedenti analisi della sola mortalit\u00e0 per il periodo 1995-2002.<\/span><\/span><\/span><\/p>\n

L\u2019indicazione formulata nello studio, per tutti i Sin, \u00e8 stata di acquisire maggiori conoscenze dei contaminanti presenti nelle diverse matrici ambientali al fine di stimare meglio l\u2019esposizione attuale e pregressa; \u00e8 questo il caso, per esempio, di Bolzano e del Basso bacino del fiume Chienti, dove \u00e8 documentata la contaminazione di suolo e falda. L\u2019utilit\u00e0 di avviare o proseguire programmi di biomonitoraggio umano \u00e8 stata indicata, tra gli altri, per i Sin di Brescia-Caffaro e Trento. Sono stati inoltre raccomandati programmi di monitoraggio biologico relativi alla catena alimentare in sub-aree ben definite del Litorale Domizio-Flegreo e Agro Aversano.<\/span><\/span><\/span><\/p>\n

In alcuni Sin lo studio Sentieri<\/strong> ha fornito, inoltre, dati che corroborano ulteriormente la necessit\u00e0 di non rinviare le azioni di bonifica<\/strong>. E\u2019 il caso del gi\u00e0 citato Sin di Brescia-Caffaro. Ma anche del Sin di Biancavilla, dove gli eccessi riscontrati per mesoteliomi e tumori maligni della pleura in entrambi i sessi sono riconducibili a un\u2019unica fonte di esposizione, una cava di materiale lapideo contenente una fibra asbestiforme di nuova identificazione, la fluoro-edenite.<\/span><\/span><\/span><\/p>\n

In siti pi\u00f9 complessi, come quello di Taranto, i risultati di Sentieri e l\u2019insieme delle conoscenze disponibili attribuiscono un ruolo alle esposizioni ambientali. A Taranto e in altri Sin per i quali le conoscenze sono ricche e solide \u00e8 ora possibile prevedere procedure di valutazione integrata dell\u2019impatto ambientale e sanitario (Viias). <\/i><\/span><\/span><\/span><\/p>\n<\/blockquote>\n

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1<\/a>\u00a0 \u00a0Notiamo<\/strong> che lo studio SENTIERI<\/a> \u00e8 relativo ai soli 18 dei siti di interesse nazionale per le bonifiche (SIN) dai quali sono esclusi sia i SIN calabresi di Crotone e di Cassano Ionio – Cerchiara Calabra.<\/span><\/span> Nonostante il registro tumori di Crotone (che comprende parte della provincia di Cosenza) risulti in \u201cattivit\u00e0\u201d presso l’Airtum<\/a>.<\/i><\/p>\n<\/div>\n


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Non solo Crotone<\/h4>\n

Tra le “notizie recenti” … ecco come si muore di veleni in Calabria … Africo (RC)
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